In origine fu il caso Abu Omar, poi la liberazione di Giuliana Sgrena, il “caso Betulla” mentre più recentemente lo “squadrismo” contro il giornalista Renato Farina è giunto sulla collaborazione come consigliere del Ministro Brunetta, tanto da farlo dimettere dopo pochi giorni per il livello di attacchi praticamente tutti i giorni in prima pagina: parliamo del “Fatto Quotidiano”, ma non solo, si potrebbero citare anche “Corriere della Sera” (con l’intervista-attacco di Roncone), “Repubblica” e così via. Ebbene, l’ultima polemica arriva sempre dal quotidiano diretto da Marco Travaglio e riguarda una “diversità” di trattamento con ancora Farina protagonista suo malgrado principale.



Dopo il disastro dell’evacuazione delle forze Nato in Afghanistan, culminato nel terribile attentato presso lo scalo di Kabul, la presidenza americana di Joe Biden è stata fortemente criticata anche dai media “friends” Oltreoceano; non solo, il pianto in conferenza stampa nel discorso serale successivo all’attentato è stato da molti criticato per la debolezza manifesta con cui gli Stati Uniti si sono presentati al mondo dopo l’attacco subito. Tra questi “molti” si è annoverato anche l’ex senatore di Forza Italia dalle pagine di “Libero Quotidiano”: ebbene, a ruota subito il “Fatto” ha criticato Farina per aver scritto, in sostanza, che Biden la figura pessima l’ha fatta piangendo sul latte versato. Oggi su “Libero” l’amico ed ex direttore Vittorio Feltri torna a difendere “l’agente Betulla”, lanciando un monito diretto a Marco Travaglio & co..



LA DIFESA SU FARINA

«Non si capisce perché l’opinione di Farina non abbia diritto di cittadinanza. Tanto più che lo stesso Furio Colombo, grande firma del Fatto e non di Libero, in coincidenza con la pubblicazione dello sberleffo dedicati a Betulla, verga un pezzo al fulmicotone sul presidente americano. E qui si cade nel ridicolo», scrive oggi su “Libero” un meno riottoso del solito Vittorio Feltri. Nella premessa del suo editoriale vi era l’ammissione che molte volte tra i due quotidiani “rivali” vi siano anche troppe controversie, spesso evitabili da ambo le parti. Sul caso Farina però, l’anziano fondatore di “Libero” non si tira indietro: «Se Renato si scaglia contro Biden è un pazzo da legare, se viceversa è Colombo a trafiggere il numero uno degli Usa trattasi di fine analisi di politica internazionale». Per Feltri – e non solo per lui, ci mettiamo dentro anche noi – il sano sfottò e critica delle opinioni altrui sono il sale dell’informazione libera e del giornalismo politico: il problema è però essere sinceri nel farlo e accettare che la ragione non è mai sempre da una sola parte. Come apostrofa a fine editoriale il padre di Mattia Feltri, «sfruculiate pure chi vi garba, figuriamoci, sono anche io del mestiere, ma non fatelo in modo così sgangherato mettendo Furio in difficoltà equiparandolo a Renato che sostiene gli stessi concetti del vostro illustre collaboratore».

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