“Più bimbi, più futuro” è stato l’appello fatto, per l’ennesima volta, da Benedetto XVI il 6 dicembre, nell’incontro all’Angelus con le Famiglie. Un auspicio sempre più urgente affinchè si “si sviluppino dovunque efficaci politiche di sostegno alle famiglie, specialmente a quelle con più figli”. Diciamo che per una volta l’Europa non è stata a guardare, sottovoce possiamo affermare che almeno il Consiglio di Europa è sulla stessa linea del Papa. Infatti, venerdì scorso, è stato approvato un Rapporto sull’investimento nelle famiglie come fattore di sviluppo, soprattutto in un periodo di crisi.
Il Rapporto, votato per ora dalla Commissione Affari Sociali del Consiglio e che vedrà il vaglio della Plenaria a marzo prossimo, prevede molte misure a sostegno delle famiglie europee. Il Rapporto parte dalla ovvia considerazione che l’impatto della crisi sulle famiglie europee è molto forte, ma nello stesso tempo riconosce alle famiglie una formidabile capacità di creare benessere nella comunità in cui vivono e anche tra genitori e per i figli.
L’Assemblea parlamentare riconosce le famiglie come formidabili agenti a cui si ricorre anche nei momenti di crisi, famiglie che producono diversi e importanti fattori di sviluppo sociale: stabilità, coesione e solidarietà, cure, libertà e responsabilità, solidarietà intergenerazionale, valori e virtù spirituali che sono anche benefici economici che sorgono dalla coesione familiare.
I Governi devono mantenere l’attenzione verso gli effetti gravi che la crisi ha nei confronti delle famiglie, lenirli e promuovere invece il pieno raggiungimento del desiderio di maternità e paternità delle coppie, soprattutto delle giovani coppie. Perciò gli esecutivi europei devono promuovere la reciproca responsabilità dei genitori nei confronti delle famiglie e dei figli.
Gli stessi Governi, “udite udite”, dovrebbero promuovere la stabilità famigliare, in ottemperanza dell’articolo 12 (diritto al matrimonio eterosessuale) della Convenzione dei diritti umani; promuovere lo “start-up famigliare” per le giovani coppie (lavoro stabile, case e affitti) e ogni misura che possa aiutare l’avvio delle giovani famiglie e le famiglie numerose.
Ai Governi dei 47 Paesi del Consiglio è chiesto esplicitamente di promuovere e sostenere le relazioni intergenerazionali nella famiglia (bimbi-genitori-nonni) per sostenere le difficoltà delle cosiddette "famiglie sandwich".
Oltre alla richiesta di sostegno delle riunificazioni familiari per i migranti, si fa carico ai governi di moltiplicare i sostegni alle famiglie in difficoltà, in considerazione delle "lesioni permanenti" nei figli derivate dallo sfascio famigliare (divorzi, separazioni, ecc.).
Infine, dopo gli opportuni richiami a una migliore conciliazione tra lavoro e cura dei genitori, alla necessità di politiche complessive "family friendly", si chiede di sviluppare e valorizzare il terzo settore (volontariato e not for profit) a sostegno della vita familiare.
Oltre a ciò, il Rapporto fa carico all’intero Consiglio d’Europa di introdurre nei propri studi, nelle proprie ricerche e nelle proprie analisi l’approccio e il punto di vista della famiglia come soggetto fondamentale per ricercare le soluzioni ai problemi europei.
Un passo avanti importante anche dall’Europa, dobbiamo recuperare tempo e lavoro perso dietro a fantasie e sogni di istintivi appagamenti. Nel frattempo, ad Harvrard si pubblica una ricerca iniziata nel 1983, gli effetti della stabilità familiare sul rendimento e sulla educazione scolastica… Ora che abbiamo ripreso la strada giusta, non ci resta che affrettarci!