Le parole di Luigi De Magistris si commentano da sole, sono parte della sfibrante mannaia giustizialista che ha martoriato la storia del nostro Paese nell’ultimo decennio: “Non ritengo un tabù che Ratzinger possa rendere testimonianza ai giudici tedeschi di quanto sa sui casi di pedofilia denunciati in Germania. Testimonianza non solo intesa come fatto giuridico puro, ma anche come atto di chiarezza e trasparenza. Un’occasione per rilanciare la credibilità della Chiesa messa a dura prova dallo scandalo dei prelati pedofili”.
Dunque si vorrebbe la Chiesa sul banco degli imputati, il Capo della cattolica responsabile in solido dei reati osceni e terribili dei sacerdoti. Il teorema di “Mani Pulite”, quel “non poteva non sapere” che è valso la prigione e le condanne per tutti i leader politici del vecchio pentapartito ma non dei responsabili del vecchio Pci, ora si vorrebbe applicare al Papa. Anzi, diabolicamente traspare nelle parole di De Magistris che se il Pontefice non volesse testimoniare dinnanzi ai tribunali di mezza Europa, sminuirebbe la credibilità stessa della Chiesa di Roma.
“Nessuno è al di sopra della legge”, dice ancora De Magistris, ovviamente ha ragione e proprio perciò la Chiesa, anche grazie alla Nota Dottrinale di Ratzinger del 2001, è impegnata a sostenere con ogni azione la denuncia da parte delle vittime. Trascende ogni buon senso, invece, l’idea dello stesso ex magistrato di istituire un “nuovo soggetto giuridico internazionale che possa indagare sui casi di pedofilia che hanno colpito la Chiesa”.
Insomma, se da un lato la legge è uguale per tutti, dall’altro si vorrebbe l’istituzione di un Tribunale Speciale per la Chiesa Cattolica, dove il Papa e magari anche Gesù Cristo vengano messi alla sbarra. Di tribunali siffatti è piena la storia dell’umanità, assomigliano moltissimo ai “tribunali della ragione” giacobina o alle “giurie del popolo” che nei primi anni del potere sovietico militante, decidevano condanne ed esecuzioni immediate.
Nulla di originale nella cattiveria dei tempi, in fondo lo stesso Gesù, come ricordiamo nella Passione, venne trascinato dinnanzi alla corte religiosa e civile del tempo, condannato senza prove e ucciso. Sinceramente e senza offesa per alcuno, penso che De Magistris voglia cavalcare l’onda delle polemiche europee e gettare la toga contro il Papa per ritagliarsi un profilo giustizialista continentale, così facendo però incorre in innumerevoli contraddizioni del buon senso e di ogni ordinamento che voglia definirsi civile.
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Alzare il livello dello scontro, trascinando il Pontefice nella rissa e nei procedimenti penalmente rilevanti non può che fare a pugni con la realtà dei fatti e della legge. Solo per memoria, ad aiuto del parlamentare De Magistris, è bene ricordare che l’intero profitto illecito della pedofilia e della pedopornografia nel mondo è pari al Pil dell’Italia, che esistono movimenti culturali europei e partiti politici favorevoli allo “stupro” consenziente dei dodicenni, che c’è una malavita criminale specializzata nel commercio di neonati e bambini.
Forse l’attenzione pubblica e quella delle autorità giudiziarie nazionali dovrebbe spingersi a squarciare il velo tenebroso e combattere con maggiore determinazione questi fenomeni e questi crimini inaccettabili. Se poi, chi riveste incarichi pubblici e istituzionali, usasse le stesse ferme e chiare parole del Papa per opporsi a tali pratiche, ne avremmo tutti giovamento. Il Papa dovrebbe essere imitato, sul banco degli imputati è urgente che siedano ben altri protagonisti della scandalosa pratica della pedofilia.
Tutto ciò senza nulla togliere alla giusta presa di posizione della Chiesa cattolica in materia, ribadita recentemente in una intervista a Mons. Fisichella, anche se fosse un solo caso che riguarda un sacerdote, ciò sarebbe gravissimo e andrebbe condannato durissimamente.