Non si è riflettuto a fondo sul paradosso della “moderna” idea di libertà assoluta, soprattutto quando essa è presa a ragione di politiche pubbliche. L’ennesimo increscioso e stravagante caso è emerso la scorsa settimana nella solita Spagna, ormai in aperta competizione con le “follie anglosassoni”.
Il Governo Zapatero, in particolare il Ministro delle Pari Opportunità, si è lanciato nella “pazza” idea di abolire le favole dai percorsi scolastici, così Cenerentola, La Bella Addormentata nel Bosco e Biancaneve saranno arse al rogo, pur di non “condizionare” le bambine spagnole del futuro.
Una decisione che va ben oltre il limite di ogni buon senso, ricorda le famose pile di libri incendiate da nazisti e comunisti nel secolo scorso, viola il principio della libertà di insegnamento e mette in discussione la stessa educazione di centinaia di generazioni precedenti. Abolire le tre favole citate, fonte di emozione e gioia di milioni di bambine e poi mamme (basterebbe ricordare il successo di Pretty woman), al solo scopo di dare attuazione all’ideologia di gender e all’insano femminismo di taluni circoli, non può trovare giustificazione alcuna.
Le bambine, una volta appassionatesi a Biancaneve o a Cenerentola, potrebbero immaginare di dover veramente aspettarsi un “Principe Azzurro”, così attenderebbero dal maschio una liberazione che invece c’è già! Evidentemente è questa l’idea del “Governo Z”, nel quale non si trova tempo per affrontare la devastante situazione economica e occupazionale, ma ne avanza per inseguire fantasmi ideologici di ogni natura.
Dopo la scelta di introdurre l’obbligatorietà della “educazione civile” nei percorsi scolastici, i cui opuscoli didattici sono intrisi di offese esplicite a Gesù Cristo, la Chiesa Cattolica e la moralità famigliare, un gruppo numeroso di cinquemila padri di famiglia ha fatto appello alla Corte dei Diritti Umani di Strasburgo per vedersi riconosciuto almeno il diritto alla “obiezione di coscienza” verso quell’insegnamento. Ora c’è da attendersi che poeti, scrittori, pompose accademie si muovano per difendere l’educazione dei bambini e delle bambine spagnole, aggredite da una velenosa tragedia gender.
Paradossalmente, tutto ciò viene introdotto per “difendere” l’equilibrio e la felicità futura delle giovani generazioni e nello stesso tempo, dalla violenza educativa si passa alla eliminazione fisica. Proprio negli stessi giorni nei quali il Governo era così impegnato contro Biancaneve, una clinica andalusa pubblicizzava la “tessera fedeltà” che darebbe diritto al 20% di sconto per ogni aborto effettuato dalle giovanissime.
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Un Governo che combatte le favole e favorisce l’eliminazione dei bambini, si trova in un truculento paradosso che sfiora il ritorno all’inciviltà pre cristiana. Nei prossimi mesi la Spagna vedrà due novità introdotte dal Governo per educare i propri cittadini: la lotta ai sette nani, rei di aver aiutato Binacaneve, e l’entrata in vigore della nuovissima legge sull’aborto, dove le minorenni cadranno con favore del Governo nelle braccia di tanti Barbablù.
Sì, perché dei 115.000 aborti spagnoli del 2008, solo il 2% erano stati realizzati nelle strutture ospedaliere pubbliche, il 98% è nelle mani di cliniche private che incrementano i loro guadagni a ogni intervento. Veri e propri Barbablù che come nella favola, così nella realtà andalusa, spingono le giovani belle spagnole ad entrare nel “castello” per poi…
Insomma, c’è sempre da imparare dalle favole, non solo per i bambini ma anche per noi adulti.