Se 56 miliardi di euro all’anno nella sola Ue vi sembran pochi allora non proseguite  nella lettura. 154 milioni al giorno spesi in corruzione da parte dei cittadini europei, i dati emergono da una ricerca fatta dai Parlamentari europei Angelilli e Sassoli, per lo più la corruzione si annida nella sanità.

L’allarme non è solo europeo, si capisce, tuttavia, l’intera mole della corruzione mondiale brucia, secondo le stime del World Economic Forum, qualcosa come il 5%, dell’intera ricchezza mondiale. Non mi sembra poco, soprattutto in periodi di crisi.

Perché si corrompe? In testa alla classifica ci sono ragioni che vedono i legami troppo stretti tra politica e imprenditoria, pochi sforzi dei politici contro la corruzione e condanne troppo leggere per coloro che corrompono e che sono corrotti. Le categorie dei soggetti più corrotti vede al primo posto i soliti politici, seguiti di un soffio dai responsabili degli appalti e da quelli a cui è affidata l’ultima parola sui permessi di costruzione.

La gravità del problema è tale che ben il 78% dei cittadini della Ue ritiene inderogabile una lotta senza quartiere nei confronti di questi mascalzoni. La lotta dovrà essere su scala europea e le politiche nazionali dovranno avere questa prospettiva, soprattutto in considerazione dell’apertura del mercato nella Ue.

In una Europa che stenta a uscire dalla crisi, nella quale la ricerca di ricette comuni si ferma sempre alla soglia della soluzioni condivise, che imbocca la via del risanamento senza vedere la necessità di investimenti a lungo termine, c’è un buco nero che si allarga di anno in anno: la corruzione.

 

Una voragine che dovrebbe essere combattuta senza remore e che non trova ancora una classe politica che la prenda a cuore con decisione ferma. Ci sono eccezioni, in Danimarca, Svezia, Lussembrugo e Olanda il tasso di corruzione viaggia tra il 22% e il 51%, ben al di sotto della media europea.

Una delle strade per rendere più efficace e ampia la lotta al fenomeno potrebbe essere quella semplice dello scambio di buone pratiche tra i Governi, ma temiamo che ciascuno voglia fare anche in questo campo di "testa propria". Tuttavia le implicazioni della diffusione in larga scala della corruzione sono gravissime, corrodono le virtù civili e indeboliscono il senso di giustizia.

Non solo, creano una diffusa sensazione di incertezza e un iniquo trattamento economico per imprenditori e imprese, con conseguente depauperamento dell’intero tessuto sociale ed economico.

Sapere che per vincere una gara o mantenere un appalto impone una doppia uscita di sodi, non consente né la libertà del mercato, né la responsabile creatività dell’imprenditore, nemmeno lo sviluppo dell’impresa.

Il 2011 sarà l’anno della svolta, forse, perché l’Italia dovrà come altri Paesi approvare una legge anticorruzione, con relativi standard sul conflitto di interessi per coloro che ricoprono funzioni nella P.A., manager e consulenti ad ogni livello.

Sarà una svolta? Lo speriamo in molti, ma dovremo mantenere desta la nostra attenzione sull’argomento, non vorrei che partissimo per grandi svolte e ci ritrovassimo a girare il dito nel bicchiere d’acqua. L’esempio di come si rimasto irrisolto la "lotta alle rendite" (liberalizzazione delle professioni ad esempio) è una chiara denucia di ambiguità e fallimenti. Sursum Corda!