Il principio di legalità e di democrazia che “la volontà risiede nel popolo” è stato violato, la nuova casta dei saggi e dei puri, la magistratura si arroga il diritto di sovvertire e ribaltare la volontà popolare. Negli Usa, dopo che nel corso nel 2008 tutti i referendum, in quegli Stati Federali impegnati sulla “parificazione” tra matrimonio e unione gay, avevano visto ampissime maggioranze contrarie alle pressioni lobbistiche, la democrazia cambia e si trasforma in “aristocrazia togata”.

Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione, un ritorno a un regime aristocratico elettivo che si arroga il diritto di guidare il popolo nonostante la volontà popolare. L’evoluzione antidemocratica era partita, l’attuale livello di regresso democratico europeo lo dimostra, dall’idea propria di taluni “settori” della magistratura.

Si possono interpretare le leggi approvate dal parlamento anche nella direzione opposta a quella del legislatore, esiste cioè un funzione attuativa delle leggi che risiede nelle mani della magistratura che valuta, asseconda e sostituisce il legislatore nei confronti di ciò che si giudica come “evoluzione del contesto sociale” o in “difesa delle minoranze di sesso,genere, ecc.”.

Una deriva nata negli Usa e trasmigrata nel continente europeo, basterebbe ricordare la sentenza su Eluana o la recente introduzione della Corte Suprema tedesca in materia di eutanasia ed eugenetica.

Negli Usa pensano di doversi spingere oltre, così dimostrando di essersi avviati decisamente sulla via antidemocratica. Infatti, nel novembre 2008 la popolazione dello Stato della California aveva votato contro la parità tra matrimonio e unioni gay, con il 52% vinsero i paladini del matrimonio, con percentuali più alte la medesima posizione venne seguita dalle popolazioni di altri Stati federali.

Lo scorso anno, sostenuti da un’ampissima disponibilità di mezzi economici anche dovuti al supporto della Amministrazione Obama, le associazioni gay e lesbiche presentarono ricorso presso la Corte distrettuale di San Francisco per chiedere di annullare il risultato popolare. Non dunque una nuova legge, nemmeno un nuovo referendum, ma una decisione giudiziale, che cancellasse la convinzione popolare del "matrimonio tra un uomo e una donna come fondamento della società".

Il giudice di San Francisco accetta il ricorso e rimanda la questione alla Corte Suprema sottolineando che a suo parere può esserci una conflitto tra il matrimonio e la Costituzione americana. Non solo, il Giudice Walker, nella sua sentenza di annullamento referendario, pretende di introdurre l’inversione dell’onere della prova, dovrebbe essere il 52% della popolazione a provare in Tribunale che le unioni gay e lesbiche sono dannose per la società.

Siamo all’incredibile, non solo si viola la volontà del popolo espressa, non solo si contesta la legittimità del matrimonio e la preferenza del matrimonio per la Costituzione americana ma, aggiungo, si pretende che il popolo stesso giustifichi la sua scelta. Il mondo si ribalta, la decadenza della società tardo imperiale romana non arrivò a questo livello di impudicizia morale e legislativa.

Il mondo cambia e la democrazia si allontana, ora negli Usa un nuovo ordine cresce e si dilata sempre più nel mondo, al posto dei monarchi oggi ci sono lobby potentissime e ricchissime che pretendono di avere la guida del mondo e se il popolo decide il contrario?

 

La magistratura sta dimostrando di essere la nuova polizia politica che mina le democrazie occidentali dal loro interno, soprattutto se si tratta di materie eticamente sensibili i "nuovi saggi" che dimenticano Dio, corron dietro a tutte le mode. Ogni istinto diviene tirannia verso il popolo, i diritti insaziabili hanno trovato nuove vie per imporre al popolo la propria volontà… chi si ricorda di Lenin e della sua teoria sulla "punta di diamante"?

Non sono solo quelli di Taylor ad essere sporchi di eccidi, la decisione della Magistratura di San Francisco uccide la democrazia e la stessa tradizione, dai Padri Fondatori ad oggi, degli Stati Uniti d’America.Un campanello d’allarme serio e grave per ciascuno di noi.