Cara Famiglia Cristiana, non ci siamo proprio. Ho iniziato a leggere il settimanale dei paolini quando ancora don Sciortino faceva il Seminario. Nella mia famiglia era una tradizione, ed era anche l’unico settimanale che aveva un’ispirazione cristiana. Lo trovavi in Chiesa, c’erano gli inviti dei sacerdoti ad acquistarla, ci trovavi ottimi spunti e, lo confesso, straordinarie barzellette nell’ultima pagina. Noi bambini partivamo da lì e con l’età, talvolta, ci siamo spinti – con fortune alterne – a leggere la rivista a partire proprio dal fondo. Mia moglie continua a ritenere che sia “giusto” abbonarsi e dunque non manca un numero nella mia famiglia.

Devo dire che sono rimasto sconcertato dagli ultimi editoriali del Direttore, don Sciortino. Innanzitutto per la semplice ragione che da Famiglia Cristiana ci si attende lealtà. Dunque è necessario prendere atto che questa virtù è mancata laddove si attribuisce a Berlusconi «il “metodo Boffo” nella eliminazione degli avversari politici». Il “metodo Boffo”, per onestà, è semmai stato ricordato recentemente dal deputato ex radicale Stracquadanio e si riferisce alla campagna de Il Giornale verso i trascorsi giudiziari e comportamenti personali del Direttore di Avvenire.

Berlusconi, secondo don Sciortino, stava dietro la mano di Feltri sul caso Boffo? Bene, questa sarebbe una grande notizia, leggerei volentieri un articolo di fondo di Famiglia Cristiana che portasse prove di questo connubio, di questa strategia contraria al direttore del giornale della Cei. Sarebbe una “bomba”, farebbe vendere molte copie. Ma occorrerebbero delle prove inoppugnabili. Se don Sciortino non ne è in possesso, allora smetta di copiare affermazioni da Repubblica. Non è la competizione con l’Espresso che gli farà recuperare lettori.

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Una seconda affermazione mi è parsa frutto evidente della calura estiva: «Berlusconi ha spaccato il mondo cattolico italiano». No, ci deve essere un errore di battitura o qualcuno dei suggeritori di don Sciortino ha sbattuto la testa sulla sdraio della spiaggia. Il mondo cattolico, quello che appare in politica, almeno, è caratterizzato dalla sempreviva divisione tra coloro che guardano agli ultimi e alla solidarietà in maniera esclusiva e coloro che pongono, altrettanto esclusivamente, i valori non negoziabili alla testa delle proprie azioni. Questa divisione – terminologicamente sarebbe, forse, meglio usare altre definizioni – è sempre la solita dagli anni ’60-’70 in poi; dalla parabola eticamente decrescente della Democrazia Cristiana sino ad oggi.

 

Cosa c’entra Berlusconi con la divisione del mondo cattolico? La verità è che i cattolici sono cittadini al pari degli altri, soffrono l’impoverimento delle loro famiglie, lamentano la mancanza di lavoro, si preoccupano per il futuro dei figli e guardano a questa “Seconda Repubblica” come ad una fugace illusione, carica oggi di tristezza. Tutto avrebbe dovuto cambiare in questi 15 anni, forse è cambiato per moltissimi in peggio. E’ vero che i cattolici in politica, dopo la felice esperienza della Legge 40 e la grande manifestazione del Family Day, non paiono essere pronti a raccogliere la sfida di riforme lungimiranti, ma ciò dovrebbe spingere la “buona stampa” e i “buoni cervelli” cattolici ad aiutare, suggerire, spronare, stimolare e non certo ad azzannare a destra e a manca.

 

L’opera educativa di cui è potenzialmente artefice Famiglia Cristiana è così sconfinata e urgente, in una società che bombarda quotidianamente il valore della famiglia, che pare sin troppo ovvio considerare questi ultimi editoriali di don Sciortino degli infortuni, dovuti alla rissosità assurda che ci ha accompagnato questa estate. Torniamo al “core businnes”, alle tante sfide a cui sono sottoposte le famiglie e i genitori, toniamo a parlare del bello della castità e della fedeltà. Insomma Famiglia Cristiana si opponga al becero e allo sporco con il bello, il buono e il vero. I lettori de LEspresso, l’Unità e Il Fatto non son certo i nostri lettori.