Donald Tusk sarà il primo premier polacco a governare per un secondo mandato consecutivo dalla caduta del comunismo, dopo che il suo partito di centrodestra e affiliato al Partito Popolare Europeo, Piattaforma Civica, ha ottenuto alle elezioni una vittoria salutata positivamente dai mercati. Non dimentichiamo che la Polonia guida il Semestre di Presidenza della Unione Europea, dunque con il voto si è voluto anche confermare lo spirito europeo della nazione.
Con più del 99% dei voti scrutinati, Piattaforma Civica ha ottenuto il 39% dei consensi, ben oltre il 30,6% del partito nazionalista-conservatore Legge e Giustizia di Jaroslaw Kaczynski, che si è caratterizzato per la sua polemica anti-europea e anti-russa. Il partito di Tusk si avvia a ricevere 206 seggi, mentre il suo alleato – il Partito del Popolo – dovrebbe fermarsi a 28, ha riferito la commissione elettorale, un dato che consentirà alla nuova coalizione di ottenere la maggioranza alla Camera di 460 membri per quattro seggi.
I mercati finanziari hanno accolto favorevolmente la vittoria di Tusk, che dovrebbe assicurare altri quattro anni di relativa stabilità politica ed economica al Paese, che è il maggiore membro dell’est dell’Unione Europea. in un momento di profonda crisi nell’eurozona. La sorpresa elettorale è certamente stata quella della nascita e del successo di Polikot, circa al 10%. Polikot nasce dalla reazione alle aggressioni verbali di Radio Marjia Polonia, emittente radio ultracattolica e contraria talvolta anche agli insegnamenti del Magistero e dalla quale Radio Maria Italia aveva già preso le distanze anni orsono. Così, Polikot trova un successo insperato nelle battaglie gay, lesbiche, abortiste ottenendo il 10% dei consensi, entrando in Parlamento e ponendosi come riferimento ideologico chiaramente anticristiano.
Dicevamo che la linea politica di Legge e Giustizia, troppo imperniata sull’antieuropeismo e sulle proteste per la lentezza delle indagini dopo l’incidente aereo mortale in Russia, non è riuscita ha smuovere il consenso oltre il 30% dei voti popolari. Ora la Polonia si troverà in una situazione di maggiore stabilità politica, Plataforma potrà governare con il partito dei moderati del Partito del popolo, avrà di fronte a sé un intero mandato in cui confermare la crescita economica e la centralità politica di una nazione sempre più protagonista in Europa e nei rapporti con i Paesi dell’est.
Moltissimi esponenti cattolici polacchi, pur prevedendo un risultato più equilibrato tra Plataforma e Legge e Giustizia, temevano che il Premier Tusk fosse costretto a un’alleanza a sinistra con i socialdemocratici. I timori precedenti ai risultati elettorali erano indirizzati soprattutto alle possibili richieste da parte socialiste verso Plataforma. In particolare, per un eventuale sostegno al governo, i socialisti avevano chiesto esplicite normative per introdurre le “coppie omosessuali”, facilitazioni verso l’aborto e una legge sulla procreazione medicalmente assistita sul modello scandinavo. Tre condizioni capestro per la società cristiana polacca e per la stessa Chiesa di Polonia.
Grazie al cielo, Plataforma ora può e deve assumersi sino in fondo tutte le proprie responsabilità, lo farà con il proprio alleato moderato e senza la necessità di cercare alleanze innaturali e pericolosi sbilanciamenti a sinistra. Ora Tusk deve confermare la propria politica economica e sociale, ma nello stesso tempo deve promuovere una politica carica di valori cristiani, per svelenire il clima teso di queste elezioni. Un solo esempio: qualche settimana prima delle elezioni, il Senato polacco aveva approvato con ampia maggioranza una legge fortemente limitativa dell’aborto. Tutti si attendono che il provvedimento finalmente veda la luce in questo mandato e Plataforma dovrà dimostrare con i fatti che l’estremismo non è caratteristica dell’impegno politico dei cristiani.
Il Ppe, con la vittoria di Tusk, si conferma sempre più la forza guida dell’intera Unione europea; ora sarà necessario dare prova di una guida ferma in economia ma chiara nei riferimenti e nella promozione concreta dei valori cristiani. Tra qualche settimana si voterà in Spagna, poi in Croazia…si prevedono altri successi dei “popolari”. La prima sfida, dentro e fuori la campagna elettorale, sarà sempre più sui valori fondamentali, i valori non negoziabili e il Ppe può vincere questa sfida.