La Repubblica Ceca sta preparando l’apertura di altri due box bambino, la “ruota” come la chiameremmo nella tradizione medievale italiana ed europea, entro la fine dell’anno. Il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti del fanciullo (Crc) ha recentemente raccomandato che dovrebbe chiuderle tutte. Ludvik Hess è il promotore dell’iniziativa, la Repubblica Ceca ha uno dei più alti tassi di abortività e un diffuso ateismo, entrambi lasciti del sistema sovietico. Le due ruote si aggiungono alle 44 già presenti sul territorio che consentono ogni anno di salvare dalla morte sicura decine di bambini.

Un totale di 50 bambini abbandonati sono stati trovati nelle culle dal 2005. Eppure mercoledì scorso i promotori dei diritti del fanciullo delle Nazioni unite hanno duramente criticato le misure Ceche e invitato le autorità a chiudere le culle delle vita. Il Crc ha contestato alla Repubblica Ceca il gran numero di bambini affidati in istituti per l’infanzia e la loro lunga permanenza prima della adozione. Ovviamente, secondo le opinioni dei “difensori” dei bambini, se molti di essi non venissero salvati dalle culle, il problema della lunga permanenza e dell’affidamento sarebbe evitato “ab-origine”.

Il Crc ha inoltre invitato la Repubblica Ceca a chiudere le culle per i bambini dicendo che sono in contrasto con la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo! Qualcuno a New York si è giocato la testa! “Si tratta di un equivoco e di un’incomprensione. Le culle per i neonati sono in armonia con la Convenzione in tutti i suoi 54 articoli. La sua idea di base è quella di proteggere la vita dei bambini e culle bambino aiutano salvarli”, ha detto recentemente Hess.

Il promotore dell’iniziativa vuole estenderla sino a 70 culle in tutto il Paese, cosicchè i bambini non desiderati possano essere lasciati nelle culle in forma anonima, l’obiettivo è quello di avere una culla per la vita in ogni distretto della Repubblica. Le prossime due devono essere inaugurate nell’ospedale comunale di Neratovice, Boemia centrale, in estate e nel servizio di emergenza della Regione di Hradec Kralove nel mese di settembre.

Invece di felicitarsi, il Crc nel suo rapporto con le raccomandazioni per la Repubblica Ceca, pubblicato questa settimana, ha scritto di essere “seriamente preoccupato per le culle per la vita” e ha invitato le autorità ceche ad abbandonare il programma il più velocemente possibile per concentrarsi sull’eliminazione delle cause che portano le madri ad abbandonare i propri figli. Ma ecco il vero scopo della incredibile iniziativa del Crc, esso ha invitato le stesse autorità a “concentrarsi sul supporto alla pianificazione familiare, di consulenza e di assistenza sociale in gravidanza indesiderata”. Insomma, l’organismo che dovrebbe difendere i fanciulli in realtà spinge al “profilattico, pillole e aborto”. Una vergogna che spiega in parte cosa sia diventato l’Onu e come mai il suo Segretario Generale sia stato confermato…

Per il Crc la culla per la vita è in contrasto con il diritto del bambino alla vita e all’identità sin dalla nascita (nome, identità, cittadinanza, possibilità di conoscere i genitori). Tuttavia, la reazione Ceca è stata all’altezza della situazione: il Commissario dei Diritti Umani della Repubblica, Monika Simunkova, ha ribadito nei giorni scorsi la priorità della vita: “Il diritto alla vita è di estrema importanza. Le culle per la vita servono per salvare vite umane dei bambini!”. Ovvio, logico, ma all’Onu di New York è scoppiata l’epidemia dell’irrazionalità. Ovviamente, lo Stato non spende un nulla per l’iniziativa, tutto frutto della raccolta volontaria e della ferma promozione di Ludvik Hess. È assurdo che il Crc si opponga a un programma che aiuta i bambini a sopravvivere. Il programma ha dato un mano a decine di bambini, la maggior parte dei quali sono felicemente vivi e accolti nelle famiglie adottive.

C’è un Europa che per fortuna spinge alla vita: il caso ceco fa infatti il paio con la recente iniziativa ungherese a favore della difesa vita nella Costituzione. Ma non illudiamoci troppo, la Popolare Viviane Reding (Vice Presdiente della Commissione Ue) ha seguito l’impeto americano e anche lei ha criticato duramente le iniziative ungheresi pro life… Sarà che la vera epidemia del massacro degli innocenti abbia varcato l’Oceano?