“L’eutanasia, nel senso di l’uccisione intenzionale di un’azione o un’omissione di un essere umano dipende per la sua presunta beneficio, deve essere sempre vietato”. Questa è la prima volta, negli ultimi decenni, che l’eutanasia è così chiaramente respinta da una istituzione europea, grazie ad una iniziativa del PPE al Consiglio di Europa sostenuta da molti membri di altri gruppi politici. Una vittoria “multipartisan” a favore dei principi fondamentali della Convenzione Europea dei Diritti Umani.
Questa risoluzione è una grande vittoria per la tutela della vita e della dignità umana, un anno dopo che la Corte europea ha affermato che non esiste un diritto al suicidio assistito o l’eutanasia ai sensi della Convenzione europea, l’ Assemblea Parlamentare conferma la medesima idea. Il 25 gennaio 2012, l’Assemblea Parlamentare ha discusso la Risoluzione (n° 1859/2012) dal titolo “La protezione dei diritti umani e della dignità prendendo in considerazione i desideri precedentemente espressi dei pazienti”, lo scopo del documento è quello di definire i principi che devono guidare la pratica di “testamenti biologici” o “direttive anticipate” in l’Europa. Nella Risoluzione, con due emendamenti ( Volontè ed altri), sostenuti dai Popolari, Conservatori e alcuni Socialisti e Liberali europei, si sono introdotti due importanti principi: il divieto assoluto alla eutanasia e al suicidio assistito e, in caso di dubbio, il “favor vitae”. Perché quei “testamenti biologici” o “direttive anticipate” sono aperti a molti abusi, e sono una “backdoor” per introdurre eutanasia o il suicidio assistito nella legislazione, l’Assemblea ha ritenuto necessario richiamare esplicitamente il principio di base che l’omicidio volontario deve essere sempre vietato.
Anche se questa risoluzione non è giuridicamente vincolante per gli Stati membri, essi sono esplicitamente invitati a dare attuazione ai due principi fondamentali. Il sostegno di molti colleghi, dall’italiano Renato Farina all’inglese Timothy Boswell, è stato determinante nella approvazione degli emendamenti. Ovviamente il relatore della Risoluzione, il liberale Jordì Xuclà Costa ha condiviso lo spirito e il contenuto degli emendamenti approvati in Aula e già discussi per lunghi mesi nella Commissione Affari Sociali e Famiglia del Consiglio di Europa.
L’approvazione della Risoluzione, comprensiva degli emendamenti “pro-life” è stata accolta con ampio risalto da molte Ngo’s europee e ha trovato eco in molti media web anche negli Stati Uniti, il più importante settimanale web del mondo cattolico americano (“Catholic Things”) gli ha dedicato un editoriale firmato da Austin Ruse. Profesionales por la Etica, prestigiosa associazione di giuristi e avvocati spagnoli che da anni si dedicano alla promozione e difesa nelle sedi giurisdizionali nazionali ed europee dei valori della vita e della famiglia, si appresta a sostenere appelli nelle Corti spagnole contro le normative regionali pro eutanasiche. Due chiari esempi di come un piccolo ‘seme’ potrebbe portare qualche frutto in Europa. C’è ancora speranza.