“El matrimonio me importa!” è il titolo di una inizitiva popolare (20 ottobre) dei miei amici del forum delle associazioni familiari spagnole. Dopo gli anni di devastante zapterismo, tanto esaltato in Italia, la Spagna torna a guardare avanti faticosamente. Il futuro italiano che vorrebbero preparare Bersani, Nencini e Vendola, invece, non sarà altrettanto roseo per la coesione sociale del Paese. Dalle notizie rimbalzate sulle agenzie appare chiaro che l’unica ragione della Carta d’intenti non riguarda la serietà e la responsabilità con la quale ci ha guidato il Presidente Monti, nè il trio firmatario si impegna a sviluppare nuove politiche efficaci per i giovani o le imprese. Queste priorità andrebbero al cuore dei problemi e darebbero una direzione chiara ad una coalizione di ‘sinitra’ che abbia coscienza di un programma elettorale.
Niente di tutto ciò, mi dispiace almeno per l’amico Bersani che dopo la bella testimonianza al Meeting di tre anni fa, si è perso nelle lande del suo partito. Tutta la Carta d’intenti ruota intorno alla frivola leggenda dello ‘zapaterismo’ fatto di svogliatezze di bilancio, superficialità nelle politiche del lavoro, irresponsabilità generale. L’unico punto chiaro, per ora, è la magnifica copiatura di un punto del programma del socialismo europeo, i matrimoni gay. Ma per risolvere e rilaciare l’azione italiana, la coesione della società, le difficoltà della rete imprenditoriale, i dilemmi di milioni di italiani e giovani senza lavoro bastano i matrimoni gay?
E’ una sotria antica quella di nascondere la mancanza di coesioni interne sul necessario programma comune con ‘spot immaginifici’.
Stavolta, con la sottoscrizione della Carta d’Intenti odierna, si pensa di rispondere all’invito del Capo dello Stato (serietà, coesione, stabilità delle future coalizioni di governo) avendo un unico punto in comune, appunto la comune volontà di introdurre in Italia i matrimoni gay. Nel far ciò, ovviamente, si è obbligati a dimenticare gli attacchi a Monti e all’Europa di uno dei firmatari e si getta sabbia negli occhi dei moderati italiani.
Mi rendo conto di fare una lettura con schemi antiquati, l’evoluzione dei cittadini e i loro sguardi alla politica sono ben oltre l’idea che i problemi del paese passino per i ‘matrimoni gay’, nemmeno le forzature immaginifiche sulla sentenza della Corte Costituzionale possono illudere lo stesso elettorato di riferimento di Bersani, Vendola e Nencini.
Oltre alla parzialità e inadeguatezza della proposta, oltre all’attesa sulle conseguenze che avrà tra gli stessi attori principali dell’area cattolica del Pd, sarebbe utile chiedersi perchè il socialismo italiano, rispetto a quello di altri Paesi europei, arrivi ai matrimoni gay saltando la realtà familiare del paese.
In altri paesi infatti, le famiglie fondate sul matrimonio di uomo e donna e aperte alla vita, sono al centro della equità fiscale e fulcro di ampie politiche ‘family friendly’ proprio per il valore coesivo e di trasmissione educativa e intergenerazionale che esse svolgono.
Con la Carta di Intenti firmata ieri, il problema che emerge non è quello di ‘calmare’ o ‘mettere in pace’ il cuore di Casini, per noi il tema non è mai esistito. Il problema và ben oltre agli stessi elettori della sinistra. Esso tocca il cuore della stessa autocoscienza che si possiede della situazione e della idea di servizio della politica. Servire il proprio popolo richiede innazitutto quella dose minima di realismo e verità di cui la Carta di Intenti manca. Una proposta arcaica, desueta e totalamente fuori tempo.
La vera battaglia sociale di avanguardia in Europa e in Italia, per una società più giusta e solidale, oggi cancellata da quella ‘Carta’, passa proprio dal sostegno di politiche familiari e della natalità, dalle politiche giovanili, imprenditoriali…
Peccato, io mi metto il cuore in pace. Ho sempre pensato che la consapevolezza del sostegno al Governo Monti si sarebbe dimostrata nella proposta dei partiti per intese e programmi futuri. Ho il cuore in pace, da oggi capisco che una delle proposte che si farà nelle prossime elezioni al Paese si basa sui resti dello zapaterismo. Rispetto i leaders di sinitra, ma la Carta non ha nulla a che fare con la ‘sinistra’, nè con le attuali serie sfide della giustizia sociale in Italia. Pensavo ci fosse una evoluzione, mi sembra la brutta copia del lontano passato. Peccato.