Siamo in guerra, una vera e propria Terza guerra mondiale scatenata da ricchi speculatori e interi Paesi per decidere chi sarà protagonista di questo terzo millennio. L’imprevedibile rapidità con la quale l’ultraliberalismo economico e il relativismo etico hanno prodotto i loro frutti malvagi si mostra di continuo, dalle giustificazioni culturali sull’eutanasia alle bombe a grappolo dei derivati in circolazione. Il Mario Draghi della Bce e il Super Mario al Governo italiano sono gli unici che mostrano consapevolezza della gravità della situazione e dell’urgenza di alzare difese e promuovere azioni positive in Europa.

Nello scenario recente e ancora attuale, si staglia la grande battaglia per affermare la moneta di riferimento del nuovo secolo, dollaro o euro. In questa lotta senza quartiere, nella quale crescono ogni giorno di più i profili dei Brics, gli speculatori approfittano e abbordano la nave europea come i pirati recentemente ritornati alla ribalta nel corno d’Africa. Nelle scorse settimane, con sempre più forza mediatica e scaltrezza diplomatica, uno di questi pirati ha convinto uomini politici e usato think-tank per illustrare le proprie ricette, facendole apparire come gratuite elargizioni pro europee.

Tuttavia, seppur stupiti dalla gran cassa che si è fatta delle parole di George Soros in ambienti sinistri europei, non si comprende quale superficiale buona fede possa giustificare il silenzio sulle reali intenzioni di uno dei più aggressivi e violenti speculatori internazionali. Il generoso Soros ha recentemente affermato: “Siamo convinti che l’Europa sia un sonnambulo che cammina verso un disastro di proporzioni incalcolabili”.

Un’analisi amara e impietosa che reca la firma dell’Institute for New Economic Thinking (Inet), un team di economisti guidato da George Soros. Ovviamente il malvagio protagonista di queste affermazioni crea alleanze nello stesso seno europeo, stimolando diffidenza tra i membri Ue, eccitando paure, giostrando molti con una maestria senza pari. Il nome del magnate degli investimenti è ricordato da molti italiani: infatti, il 17 settembre del 1992 realizzò un clamoroso attacco speculativo che mise in ginocchio la lira che si svalutò del 30% e fu costretta a uscire dallo Sme. Il giorno precedente aveva venduto allo scoperto circa 10 miliardi di dollari in sterline e la conseguenza fu che anche la Banca d’Inghilterra dovette far uscire la propria moneta dallo Sme. Un’operazione che a Soros fruttò 1,1 miliardi di dollari.

Queste sue azioni del passato, dovrebbero suonare come un pericoloso campanello di allarme e una minaccia dopo le sue  fosche previsioni sul futuro dell’euro. Dagli stessi Usa giungono notizie ancor più inquietanti: l’8 febbraio del 2010 alcuni imponenti hedge fund – Soros, Paulson, Greenlight, Sachs e Sac Capital – stabilirono un attacco simultaneo all’euro durante una cena segretissima. L’accusa è contenuta in un’inchiesta effettuata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Dunque appare colpevolmente paradossale e inaccettabile che si dia credito alle proposte “salva euro” di Soros.

Lo stesso Soros è protagonista di un’altra imponente battaglia contro la religione cristiana, una lotta a tutto campo e senza esclusione di colpi che coinvolge tutte le religioni, anche se con diverso grado di aggressività. Un esempio ci viene ancora dagli Stati Uniti d’America. Nella cittadina di Henderson County nel Texas e a Warren in Michigan, la Fondazione laicista FFRF (Fondazione per la liberazione dalle religione, versione americana delle rinascenti fondazioni umaniste, ateiste europee) aveva chiesto di togliere il presepe dai luoghi pubblici della cittadina e sostituirlo con la festa del solstizio di inverno. La Fondazione è finanziata da George Soros e la sua battaglia contro ogni simbolo cristiano rappresentato anche nei “loghi” ufficiali delle cittadine è in grandissima espansione, grazie a un nutrito gruppo di avvocati d’attacco che denunciano amministrazioni pubbliche e sindaci in ogni corte locale statale e persino federale.  Il loro pensiero è “inclusivo”: tutto ciò che viene emanato o mostra l’istituzione pubblica deve essere rappresentativo di tutti, quindi esplicitamente anti-religioso e anti-cristiano.

A Strasburgo girano brutte voci su taluni giudici della Corte dei diritti umani e sulla loro influenzabilità da parte delle Fondazioni legate a Soros, malignità circolano anche sui prossimi candidati alla carica di Giudice in Lussemburgo. Una cosa deve essere molto chiara: Soros fa sempre i suoi interessi e li persegue con grande capacità, competenza e intelligenza. Molto spesso le sue strategie e le sue azioni corrono sul confine della legittimità giuridica, il vero problema è la leadership politica europea e l’assoluta mancanza di un’azione comune delle Fondazioni cristiane e religiose. 

La Terza guerra mondiale è in corso, una guerra economica, culturale, religiosa. Bisogna esserne consapevoli, prepararsi e rispondere, ma anche promuovere quel tanto bene del passato e quella enorme fecondità del presente proprie dell’Europa e delle sue radici giudaico-cristiane.