Venerdì scorso a Bruxelles ho incontrato tanti miei amici, amici perché uomini e donne vere, quelli che Giussani diceva che si incontrano sempre. È sempre così, se ne incontrano sempre più per il mondo e anche per la nostra Europa. Jacques, Helene, Carine, Jean Cluade erano tristi per il loro paese ma felici di non sentirsi più soli, anzi di essere sempre più in compagnia di uomini e donne che testimoniano nella propria vita e nello spazio pubblico ciò in cui credono, realtà vissute e non dogmi. In questo weekend con altri grandi amici, di molti paesi del mondo, abbiamo deciso di lanciare la petizione per chiedere al Re dei Belgi di non firmare quella legge. Pensiamo che sia una grande opportunità e un giusto dovere per ciascuno alzare la propria voce, con rispetto e fermezza, dinnanzi a questa barbarie terribile.
Il lungo occhio di Papa Francesco, talvolta irriso da cattolici e laici “dottrinari”, vede bene e molto più avanti di noi. Le sue parole ripetute sino allo sfinimento sulla cultura dello scarto, sullo scarto dei più deboli, dei bambini e degli anziani sempre più si dimostrano ogni giorno più vere e mordenti.
La recente approvazione della legge per l’eutanasia infantile in Belgio segna un punto chiaro di questo scarto del mondo occidentale. Dopo lo scarto degli anziani e dei bambini ancora nel “grembo della madre”, il Belgio compie un passo nel precipizio dell’attuale politica e società europea. L’informazione internazionale italiana e internazionale, già nelle prime righe di tutti i reportage sul macabro voto, di proposito mentivano. Infatti non erano 29 e nemmeno 39 gli specialisti ed esperti che hanno pubblicato un lettera shock per fermare quella decisione agghiacciante. Sino a giovedì, giorno del voto, erano 189 gli specialisti (pediatri, terapisti intensivi, specialisti di tumori) che avevano sottoscritto l’appello. Un numero altissimo per un piccolo paese come il Belgio.
Il protagonista di questa iniziativa, il dr. Eric Sariban, che è a capo dell’Ospedale dei bambini di Bruxelles e medico con la più lunga esperienza sulla cura del tumori al cervello, ha scritto: “Nessun bambino dovrebbe soffrire prima della sua morte… oggi siamo in grado perfettamente di controllare il dolore fisico, l’ansia di soffocamento pre morte… i promotori della legge dicono che siamo capaci di farlo al 95%, io dico che siamo capaci al 100%”. “Se dovessi mandare mio figlio in clinica, sceglierei i medici che sono certi di controllare il dolore fisico perfettamente, non certo coloro che vogliono l’eutanasia… se ci sono medici che non sono in grado di controllare perfettamente il dolore fisico di un paziente, consiglio loro di andare ad imparare da coloro che sono in grado di farlo. Questa legge sarà usata solo da medici inefficienti, tutti gli altri non ne avranno bisogno!”. La legge invece di “curare” o “alleviare il dolore”, uccide.
Tuttavia, in Belgio ma non solo, taluni favorevoli alla normativa hanno evidenziato che non ci potranno essere abusi, ci sarà una Commissione di controllo che sarà grado di prevenire l’eutanasia illegale. Purtroppo la realtà è una altra: il controllo della Commissione avviene solo dopo il decesso, la morte del bambino. “In Belgio facciamo l’opposto della Francia sulla pena di morte. Là venne abolita per paura degli errori giudiziari, seppure dopo molti gradi di giudizio e diversi controlli di avvocati. In Belgio con questa legge sull’eutanasia, facciamo esattamente l’opposto. Dopo aver messo a morte un bambino, controlleremo se tutto è stato legale”. La legge, contraddicendosi platealmente, distrugge il valore della stessa legge.
Il controllo sarà comunque efficiente? Per nulla, anzi già oggi, l’analoga Commissione nel suo rapporto sulla eugenetica del 2010, ha dichiarato che “è possibile controllare solo le relazioni tecniche dichiarate”. Poche, molto poche rispetto alla realtà, come dimostra uno studio scientifico di due ricercatori laici (Cohen-Deniels) di due università pubbliche (Liberà Università di Bruxelles e Università di Gent): nel nord del Belgio il 27% dei casi di eutanasia non è stato dichiarato, in Vallonia i casi non dichiarati sono il 42%. La legge induce comportamenti fraudolenti e falsi, la menzogna dilaga.
Accordo con i genitori? Il parere dei genitori, non vincolante, produce fratture insanabili e devastanti all’interno della famiglia. Infatti, cosa succederebbe se il padre fosse d’accordo e la madre non lo fosse, o viceversa? Quali prospettive per quella coppia di coniugi? Quali conseguenze per gli altri figli? Come vivranno nella famiglia sapendo che uno dei due genitori era d’accordo e l’altro non lo era per dare la morte al proprio fratello? La legge distrugge quelli che rimangono in vita.
Compassione? Già all’inizio del secolo scorso il grande e pressoché unico combattente contro l’eugenetica, G.K. Chesterton, metteva in rilievo la tragicità di coloro che avevano tanta compassione del dolore altrui e delle altrui sofferenze che per risolverle preferivano usare l’accetta e “benevolmente decapitarli”. Si è detto, in Belgio come talvolta da noi, “quella ragazza che ho incontrato soffriva tantissimo di leucemia ed ha affrontato un morte molto dolorosa”. Purtroppo è una morte molto dolorosa, ma queste testimonianze sono datate di molti anni, già oggi le cure palliative controllano il dolore perfettamente e, inoltre, tutti sappiamo che la medicina in questi campi ha fatto progressi inauditi negli anni 80, 90 e soprattutto in questi primi quattordici anni del XX secolo.
Tristezza, rassegnazione, scoraggiamento? Non ho visto nulla di tutto ciò nei miei tanti amici, dai semplici Veilleurs belgi agli esperti, scienziati, uomini e donne impegnate nella comunicazione. No, tutti insieme abbiamo avuto il coraggio di guardare oltre, di guardare quella stella che già si intravede nel buio pesto voluto e governato da una palese alleanza fondata sulla “fratellanza del compasso”. Il coraggio della verità si espande e la alleanza degli uomini liberi non lascerà mai più avanzare la tirannia anti-umana.