Non era una novità che ci fossero filantropi pronti a spendere milioni di dollari per creare organizzazioni fittizie e infiltrarsi nella Chiesa cattolica in modo da rivoluzionarne la dottrina, soprattutto quella morale.
Colpisce però che nei giorni scorsi, tra gli attori e finanziatori della campagna di dileggio distruttivo della Chiesa cattolica, si trovino esponenti tra i più ascoltati e influenti delle ultime amministrazioni americane: Bill Clinton, Barack Obama e la stessa candidata Hillary Clinton.
Nei giorni scorsi, nel più assoluto silenzio dei media europei, lo stesso Washington Post ha dovuto commentare la gravità delle ultime email hackerate e pubblicate da Wikileaks sulla Clinton.
Il capo della campagna della Clinton, John Podesta, è al centro di commenti offensivi e inquietanti sui cristiani evangelici e sui cattolici in particolare: è necessario — dice — promuovere una “primavera cattolica”, come le primavere arabe, dentro la Chiesa cattolica dove “esiste una dittatura medievale”.
Il titolo di una delle mail inviate a John Podesta è inequivocabile: “Il lancio di una molla cattolica? Il sogno”. E’ firmato Sanford “Sandy” Newman, presidente fondatore dell’organizzazione “Voices for Progress” e amico intimo del presidente Obama. “Ci deve essere una ‘cellula’ cattolica, dove ai cattolici si richiederebbe la fine di una dittatura medievale e l’arrivo di un po’ di democrazia e di rispetto per l’uguaglianza di genere (parità di genere) nella Chiesa cattolica”.
Sandy Newman, che è di religione ebraica, ammette di non sapere molto della Chiesa cattolica e di non essere pronto a condurre questa campagna di “sovversione della dottrina cattolica”. “Anche se l’idea non è pazza, io non sono qualificato per partecipare e non ho pensato affatto a come uno potrebbe piantare i semi della rivoluzione o a chi sarebbe in grado di farlo”.
John Podesta lo rassicura e gli chiede di rinviare a lui e ai suoi amici che hanno creato le organizzazioni espressamente progettate per infiltrarsi nella Chiesa cattolica con la loro ideologia progressiva. Ma avverte che il tempo non è l’ideale per la rivoluzione totale — almeno per ora. “Abbiamo creato l’organizzazione cattolici di Alleanza per il Bene Comune per far accadere proprio queste cose. Io penso che manchi una leadership per farlo, manca allo stesso modo a Catholic United (altra organizzazione di cattolici progressisti). Come la maggior parte delle ‘primavere’, penso che dovrà svilupparsi e funzionare dal basso verso l’alto”, ha scritto John Podesta nella mail.
La conversazione rivela quanto sia stato e sia ancora alto il disprezzo di taluni ambenti molto vicini a Hillary Clinton, come prima vicini ad Obama e Bill Clinton, nei confronti dei cattolici e della Chiesa cattolica.
In altre mail l’accademico John Halpin, del Center for American Progress (un think tank democratico), inviate a John Podesta nel 2011, si esprime con una rara forma di violenza contro il capo dei canali della Fox che si occupano delle news, denigrando la sua fede cattolica.
John Halpin non è tenero quando si riferisce ai cattolici nelle mail a Podestà e Jennifer Palmieri, direttore della comunicazione della campagna Clinton. “Sono attratti da un pensiero sistematico e gravemente retrogrado sul tema dei rapporti tra i sessi (relazioni di genere) e ignorano completamente qualsiasi idea di democrazia cristiana”. Il responsabile della campagna della Clinton annuisce: “Credo che pensino che la loro religione sia più conservatrice e politicamente e socialmente accettabile. I loro amici ricchi non capirebbero se diventasse una religione ‘evangelica’!”.
Ovviamente nel mainstreaming, nell’abuso di politicamente corretto che sta infettando i media europei, non si parla del contenuto delle mail, ormai nemmeno delle stesse mail pubblicate da colui (Julian Assange) che solo qualche anno fa era considerato un eroe.
Bene ha detto, a commento delle notizie apparse sui media americani, il presidente del Congresso Usa Paul Ryan: “Denigrare la Chiesa cattolica come gravemente retrograda è un insulto diretto contro milioni di persone in tutto il paese. Per lo meno, queste affermazioni rivelano l’atteggiamento ostile della campagna della Clinton, del suo staff e di alcuni ambienti democratici verso i credenti cristiani in generale”.