Boris Johnson, l’ex primo ministro inglese, ha pubblicato una lunga riflessione sulle pagine del quotidiano inglese Daily Mail, nella quale ha voluto dire la sua sul fenomeno del momento, ovvero il film Barbie, diretto da Greta Gerwig. “Posso spiegarvi il senso del film”, esordisce l’improvvisato critico cinematografico, “e posso dirvi che le analisi che avete letto fino ad ora sono solo fandonie. In effetti”, riflette, “il tema è talmente ovvio che mi stupisce che finora sia sfuggito a così tanti critici”.
Boris Johnson, infatti, racconta che il film di Barbie si apre “con un ritratto terrificante del mondo prima, dove le bambine giocano con bambole a forma di bambino” fino al momento in cui “emerge lei, la nostra divinità di plastica”. Così, le bambine, in una scena che l’ex primo ministro descrive come straziante, distruggono, “spaccando le loro cervella sulle rocce”, le vecchie bambole, in una scena rivelatoria sul senso del film. Secondo Boris Johnson, infatti, in quel momento il film di Barbie vuole far intendere allo spettatore che “le bambine rifiutano la maternità tradizionale con le sue infinite faccende” a favore di “un nuovo idolo, che può fare tutto”, qualsiasi mestiere.
Boris Johnson: “Ecco cosa significa veramente il film di Barbie”
Il mondo orchestrato dal film di Barbie, sempre secondo Boris Johnson, altro non è che “una distopia, una versione spaventosa del futuro della razza umana” che spinge lo spettatore a chiedersi se ci sia una via d’uscita. Poi, ci sono alcune scene incentrate “sul conflitto di genere”, ma che il critico improvvisato ritiene essere “irrilevanti per il punto centrale del film”, tanto che si è concesso un pisolino, comprendendo perfettamente dove la Mattel volesse andare a parare.
Con un volo pindarico che porta Boris Johnson a sciorinare dati e fatti sul calo delle nascite che si sta registrando in tutto il mondo, l’ex primo ministro spiega che “la Mattel (..) vuole un sacco di altri neonati che presto diventeranno bambini che chiedono bambole. Mattel vuole la riproduzione umana”. Mentre, dall’altro lato, Hollywood e la Warner Bros vogliono “che ci sia il pienone. Volete che i bambini vadano a vedere il film di Barbie e lo amino” e soprattutto, secondo Boris Johnson, “che assorbano passivamente il suo messaggio filoprogressivo”. In chiusura, sottolinea che il film altro non è che “una satira sulla tragica sterilità di plastica della bambola e un grande grido d’appello mussoliniano per la fecondità umana”.