Il famoso scrittore Michel Houellebecq ha perso la causa in tribunale per bloccare l’uscita del film porno a cui ha preso parte. Salvo ulteriori limitazioni dovute ad altri ricorsi giudiziari, il film a luci rosse intitolato KIRAC 27 sarà, dunque, pubblicato a breve dal collettivo artistico Keeping It Real Art Critics (più famoso come, appunto, KIRAC). Da tempo lo scrittore combatte affinché il film venga cancellato, ma questa costituisce la seconda sconfitta legale per lui.



Il tribunale olandese che si è espresso sul caso del film porno di Michel Houellebecq, in merito al loro verdetto, hanno spiegato che la scelta è motivata dal fatto che lo scrittore fosse senziente, oltre ad aver personalmente proposto la pellicola. L’idea, infatti, sarebbe venuta a sua moglie, Qianyun Lysis, che ha proposto al regista Stefan Ruitenbeek di girare la pellicola come aiuto per far uscire il marito dalla depressione (che lei chiama “profonda tristezza”), con il suo esplicito consenso. Michel Houellebecq e il regista hanno intrattenuto uno scambio di mail sul film porno, decidendo i vari aspetti registici ed attoriali.



La vicenda del film porno di Michel Houellebecq

Michel Houellebecq ha deciso di girare un film porno nel 2022, sotto la spinta della moglie, ma trovandosi pienamente d’accordo con il progetto, che avrebbe abbracciato completamente. Da Parigi si è trasferito ad Amsterdam a dicembre dello scorso anno, firmando immediatamente al suo arrivo una liberatoria per girare un film che “potrebbe o non potrebbe contenere scene esplicite”.

Lo scrittore Michel Houellebecq aveva solamente chiesto di non essere ripreso nudo con anche il volto in evidenza nel film porno e il regista aveva accettato. Dopo qualche giorno, però, l’attore ha abbandonato il progetto, denunciando una differenza di vedute tra lui e il regista. Tornato a Parigi si è subito rivolto al tribunale di Parigi per far bloccare il film, ma ricevendo solamente un verdetto di parziale incompetenza dal tribunale. In Olanda Michel Houellebecq ha raccontato di essere stato ubriaco e depresso quando firmò la liberatoria. Il tribunale, però, non ha potuto dimostrare nessuna delle due dichiarazioni (mancando un testimone per l’ebrezza, e un certificato medico per la depressione). Ora dovrà anche pagare 1.400 euro di spese processuali, come decise anche il tribunale di Parigi.