Alla vigilia del G8 dell’Aquila, il Guardian, quotidiano inglese ovviamente “autorevole”, ipotizzava l’espulsione dell’Italia dal consesso per manifesta incapacità organizzativa. Qualche giorno dopo, sul Guardian online, Anna Masera della Stampa replicava che l’articolo del “diplomatic editor” Julian Borger si basava su voci e referenti anonimi, ben in contrasto con l’immagine che gli italiani si fanno della stampa inglese, tutta fatti e prove.
Nello stesso giorno, sul sito si poteva leggere anche un comunicato di Antonio Di Pietro che chiedeva scusa al Guardian per le “prevedibili reazioni” di Berlusconi e di Frattini, invitando il giornale a tenere i fari accesi sull’Italia e a continuare ad esercitare quel vitale compito, già così ben portato avanti in passato, «di informare il pubblico, un compito che la maggior parte dei nostri media ha abbandonato, perché non gli è più concesso di fare il loro mestiere».
A completare il quadro, subito dopo veniva un puntuto articolo di una giornalista del Guardian, Marina Hyde, in cui si prendeva in giro con umorismo inglese tutto l’ambaradan del G8, per poi accusare i propri compatrioti di comportarsi da Lady Muck, vale a dire da una che si atteggia a gran signora, mentre in realtà è una stracciona. Dopo aver criticato il G20 di Londra, durante il quale sembra che un poliziotto abbia ucciso un uomo senza alcun motivo, fa presente ai suoi connazionali quanto poco possano salire in cattedra per condannare la corruzione dei politici, visto che comanda chi possiede i mezzi di comunicazione, e se in Italia c’è Silvio, l’UK ha Rupert. E, aggiunge, se si guardasse al debito pubblico, davvero la Gran Bretagna potrebbe ancora sedere nel G8?
La Hyde continua segnalando come sconcertante il fatto che vi siano inglesi convinti che la loro immagine all’estero sia tuttora quella del ben educato e impassibile gentleman alla David Niven, rimasta forse in qualche landa americana, ma da lungo scomparsa in Europa. In inglesi come la Hyde non vi è nessuna simpatia per Berlusconi, e probabilmente per gli italiani, ma si ha coscienza delle proprie mancanze, almeno sembra.
Dando una scorsa ai giornali degli ultimi giorni, vi sono fatti tragici che ci accomunano, come la guerra in Afganistan, anche se loro dall’inizio dell’anno hanno avuto ben cinquanta morti. E altri, ancora non gravi, ma seri come la influenza suina, che sta diventando una vera e propria psicosi per loro, in parte giustificata dalla quindicina di morti finora attribuiti alla pandemia.
Ma vi sono poi altri fatti, che fanno sentire un italiano a casa, come le critiche ad alti funzionari della BBC per aver speso 800.000 sterline in cinque anni in taxi, regali ad attori, cene e via dicendo, a spese del contribuente che paga il canone. O le accuse di non trasparenza al sistema bancario e di esosità alle banche verso chi perde l’impiego, cosa molto frequente in questo periodo: insomma, l’equivalente delle nostre polemiche sulla commissione di massimo scoperto.
Non manca neppure la storia truffaldina, seppure ancora sotto indagine, relativa alla vendita della gloriosa casa automobilistica Mg Rover, passata nel 2000 a prezzo simbolico da BMV a un gruppo di finanzieri, detti i Phoenix Four, e poi fallita nel 2005. L’accusa è di avere guadagnato notevoli somme con operazioni non chiare e, in particolare, di essersi attribuiti 40 milioni di sterline tra stipendi e accantonamenti pensionistici, anche se loro respingono ogni accusa.
E parlano un linguaggio decisamente casalingo i sospetti, avanzati sul Financial Times, che la cifra degli invalidi al lavoro, circa 2,6 milioni, sia gonfiata, e non di poco. L’introduzione di nuovi test per accertare l’invalidità avrebbe portato a respingere due terzi delle richieste e si stima che il passaggio dal regime di invalidità a quello di disoccupazione potrebbe portare ad un risparmio di circa 175 miliardi di sterline. Andando però a gonfiare l’esercito dei disoccupati, 2,4 milioni, il dato più alto dal 1995, che si prevede raggiungerà i 3 milioni nel 2010.
Infine, anche il sistema universitario comincia a mostrare crepe e si lamentano i tagli ai bilanci delle università, proprio quando stanno aumentando le richieste di iscrizione, anche perché molti tornano all’università per aumentare la propria preparazione nella speranza di trovare lavoro. Al contempo, il governo ha diminuito anche le sovvenzioni agli studenti, portando il periodo di ripianamento dei prestiti da cinque a due anni.
Tuttavia, i giornali inglesi continuano a fare gossip su Berlusconi, comportandosi anche qui da Lady Muck, perché fanno finta di dimenticare che il loro erede al trono ha continuato a tenersi la signora (nel senso di sposata) Camilla Parker Bowles come amante, per poi sposarla dopo la tragica, e ancora discussa, morte di Lady Diana. Né altri membri della famiglia reale si sono mostrati molto riservati, cominciando dalla Principessa Margaret per finire ai due principi Henry e Williams. E il povero Berlusconi, cui vengono attribuite molte gaffe, non può nulla contro quel vero campione in materia che è il principe consorte Filippo.
La differenza sostanziale è che noi possiamo mandare a casa Berlusconi alle prossime elezioni, ma per il momento il Regno Unito non può fare a meno della monarchia. È forse per uscire dalla situazione descritta che il laburista e protestante Gordon Brown ha proposto di modificare l’Act of Settlement che regola dal 1701 la successione al trono, impedendo ai cattolici, o a chi abbia sposato un cattolico, di salire al trono. Già, perché la democratica, tollerante e multiculturale Gran Bretagna è forse pronta ad accettare la sharia, ma continua a considerare i cattolici cittadini di serie b.