“Se Giorgio Napolitano fosse davvero super partes, toglierebbe l’incarico al premier“. Sembrerebbero queste le testuali parole dette alla Camera dal deputato M5S Carlo Sibilia. Ovviamente, costui si è tirato addosso una bella serie di rimbrotti e di motteggi. Meritati, peraltro, perché con questa uscita ha dimostrato di non avere la minima conoscenza della nostra Costituzione. Oppure no.
Sibilia sa benissimo che il Presidente della Repubblica non ha alcun potere di mandare a casa il Presidente del Consiglio, potere che spetta invece al Parlamento, come lo stesso Letta ha ricordato. Forse il suo intervento aveva un altro scopo, evidentemente più importante rispetto al rischio, meglio alla certezza, di essere sbeffeggiato come ignorante. Forse Sibilia voleva solo denunciare la forza acquisita progressivamente dalla Presidenza della Repubblica nei confronti dei governi, ricordandosi magari di come il governo Monti fosse stato definito “governo del Presidente” e di come Napolitano, anche nei confronti dell’attuale, paia avere funzioni da diretto garante, più che di semplice garanzia istituzionale.
Forse il Nostro ha buttato, come dire, il cuore oltre l’ostacolo e si è detto: “Se Napolitano può fare i governi, perché non potrebbe anche disfarli?”. In fondo fa, o è costretto a fare, diverse cose che, con una lettura rigorosa della Costituzione, non gli toccherebbero. Non a caso si è coniata, negli ultimi anni, l’espressione “Costituzione materiale”, ben accetta a tutti i partiti, a quanto pare.
Se fosse così, e la posizione di Sibilia fosse condivisa dall’intero M5S, sarebbe un vero scoop: i grillini in favore di una repubblica presidenziale, né più né meno come Berlusconi. Si aprirebbero prospettive politiche notevoli, quali una coalizione tra Forza Italia e M5S per la revisione della Costituzione, che non sarebbe poi così straordinaria, visto che Bersani ha continuato per settimane a cercare di fare un governo con M5S.
Non è da dimenticare che il piglio con cui Grillo conduce il suo partito è da padre-padrone, e non è l’unico elemento comune con Berlusconi, entrambi sono uomini di spettacolo, e come tali si sono pure frequentati. Forse qui sarebbe il vero problema, cioè chi farebbe dei due il Presidente. Aspra lotta, ma forse una soluzione la troverebbero, magari rispolverando la vecchia formula di governo della diarchia, che già, peraltro il Movimento sta sperimentando al suo vertice.
O forse l’intento è esattamente il contrario, cioè di richiamare Napolitano a fare solo il Presidente e non il creatore di governi. E neppure il loro mantenitore o rianimatore. In questa chiave interpretativa, la parte fondamentale è in quel “super partes”: se Napolitano fosse realmente tale, dovrebbe rendersi conto della propria incoerenza e, per rimettere le cose a posto, dovrebbe mandare a casa Letta, indire nuove elezioni e ricominciare tutto da capo. Vale a dire, non preoccuparsi più di fare, ma solo di benedire, il governo nato nel nuovo Parlamento.
Se i grillini hanno prestato attenzione ai sondaggi che li danno di nuovo in crescita, questa potrebbe essere la interpretazione migliore (sempre di spettacolo si parla). Potrebbero, perciò, immaginarsi un panorama futuro con un governo a loro conduzione e, dopo le dimissioni di un Napolitano distrutto dal fallimento della sua costruzione, con Grillo al Quirinale. E, già che ci sono, perché no, Casaleggio a capo di Google o Facebook. L’immaginazione al potere! A questo punto forse è meglio la chiave di interpretazione dell’ignoranza di Sibilia, o della voce dal sen fuggita, ma in Italia non si sa mai…