Sembrava che in questa campagna elettorale si fosse ormai visto di tutto, i giochi fossero ormai fatti e noi elettori potessimo ormai andare a votare, se ne avevamo voglia, con le idee magari confuse, ma non del tutto rintronati. Invece no. Dopo le irruzioni della magistratura, dentro e fuori le liste, dopo gli interessati interventi dall’estero, dopo le false lauree di Oscar Giannino, ecco arrivare la lettera “rimborso IMU” di Berlusconi.
La promessa di restituire l’IMU del 2012 sulla prima casa, credo sia stata presa dalla stragrande maggioranza degli italiani come una sparata elettorale, soprattutto per le spiegazioni non molto convincenti su come si sarebbero trovati i soldi. E, per evitare di ripagare il rimborso con l’aumento di altre tasse, cosa non infrequente da noi, gli italiani si sarebbero accontentati della eliminazione, o almeno di una revisione al ribasso, di questa impopolare imposta a partire dal prossimo anno.
Certo, l’ideale sarebbe stata una proposta di politica per la casa, con una revisione radicale del catasto, non per aggiustamenti successivi che ne aggravano le iniquità, che rendesse quello degli affitti un vero mercato, perché non tutti possono o vogliono essere proprietari di casa, che affrontasse il tema casa, prima o seconda che sia, in una visione globale dei problemi connessi alla mobilità e alla vivibilità delle città, e via dicendo.
Mi rendo conto che, in campagna elettorale, è troppo pretendere dai nostri politici, non solo da Berlusconi, un programma concreto su uno qualsiasi dei problemi che affliggono il nostro Paese. Pretendere però di non essere presi in giro, beh!, almeno questo potremmo esigerlo.
La lettera che Berlusconi ha mandato sulla restituzione dell’IMU suona come una presa in giro e lo è effettivamente stata per quei, pochi o tanti non importa, che si sono realmente rivolti agli uffici postali per ottenere il rimborso. Pare che anche i centri di assistenza dei sindacati, almeno a Genova, siano stati coinvolti in queste richieste.
Qualcuno dirà che chi ha preso la lettera del Cavaliere, mi si scusi il bisticcio, alla lettera è un ingenuo, o forse uno sfrenato ottimista. Tuttavia, se Zingales si fa abbindolare dalle lauree di Giannino, nessuno credo si stracci le vesti per questa, vera o fasulla, ingenuità. Ma se nella trappola elettorale di Berlusconi cadono persone fiduciose, magari anziani che sperano così di far quadrare meglio il bilancio, allora la colpa non è degli ingenui, ma dell’autore della trappola.
Personalmente, sono sicuro che questo non era nelle intenzioni di Berlusconi, ma rimane ugualmente un episodio deprecabile, degno di una politica alla panem et circenses, giocata con gli strumenti delle più invasive campagne pubblicitarie.
Un’iniziativa che, per di più, rischia di essere un boomerang, perché l’IMU sulla prima casa è stata introdotta da un governo, quello Monti, appoggiato da Berlusconi e dal suo partito. Che ora Berlusconi e importanti esponenti del PdL, come Maurizio Lupi, affermino che gli italiani “hanno pagato una tassa sbagliata e bisogna restituirla”, suona francamente un po’ strano.
Quello della lettera di Berlusconi non è comunque l’unico infortunio recente per il centrodestra, vi è anche il video dei candidati veneti di “Fratelli d’Italia”, accusato di omofobia. Nel video, i due candidati innalzavano cartelli con delle scritte, chiara imitazione della esibizione al festival di S. Remo di due omosessuali, invitando a votare “con la testa, con il cuore” e non con “il c….”.
Sui due sprovveduti si sono ovviamente aperte le cateratte e la stessa dirigenza del loro movimento li ha sconfessati, chiedendo scusa agli omosessuali e definendo il video di cattivo gusto. Ammetterete che creare un caso sul cattivo gusto, in questa campagna, ci vuole tutta. Ma dove sono vissuti finora Giorgia Meloni e Guido Crosetto?
Non credo, tuttavia, che lo scandalo sia per la parolaccia, ormai entrata nel linguaggio corrente perfino dei bambini dell’asilo, né sia per la frase “non votate con il c…”, da sempre nel linguaggio popolare per indicare una cosa mal fatta.
E allora? Allora, se una volta si diceva “scherza con i fanti, ma lascia stare i santi”, ora si può scherzare con tutti e su tutti, ma si deve, è obbligatorio, non scherzare con gli omosessuali, non si può fare, in nessuna occasione. Inutile dire che non hanno senso dell’umorismo, come in questo caso. No, perché passi per la parola, ma affermare “ Crediamo che l’amore di un uomo e una donna sia la base del futuro della nostra nazione. “ è chiaramente discriminatorio, anzi sovversivo.
C’è da chiedersi cosa sia venuto in mente ai due veneti autori del video: non potevano prendere in giro qualche vescovo o magari il Papa? Così, sarebbero stati sicuri che nessuno avrebbe detto niente. Se lo ricordino la prossima volta!