Il poter liberamente correre per la città, anche insieme ad amici, è senza dubbio un diritto dei cittadini. E’ parimenti un diritto dei cittadini di poter liberamente tornarsene a casa senza essere sequestrati su un marciapiede o uno spartitraffico per un certo, non brevissimo, tempo.

Questo conflitto tra diritti si verifica ogni volta che un corteo sfila per le vie della città, ma normalmente gli intralci maggiori sono al traffico automobilistico e ai mezzi pubblici, chi va a piedi è libero di attraversare la strada, magari passando attraverso i cortei che sfilano.

Ciò è quanto avviene normalmente, tranne nel caso della Stramilano, manifestazione che ha costretto ieri molti cittadini a rimanere sequestrati, sotto la pioggia, in attesa che i “corridori” finissero la loro sfilata. Chi ha cercato di passare attraverso il flusso è stato insultato, manco si avesse a che fare con degli infuriati black block.

Si dirà che basta avere un po’ di pazienza, qualche minuto, magari dieci, e se anche fosse un quarto d’ora, non è una tragedia. Vero, le tragedie sono ben altre, ma perché questa asimmetria nel rispetto dei diritti? Tanto più che tra i partecipanti e i sostenitori della Stramilano vi saranno certo molti pronti a scandalizzarsi di fronte a una processione o a un funerale, occasioni infatti diventate molto rare.

Quello che non mi riesce di capire è perché la Stramilano debba per forza essere fatta nel centro della città, con gli inevitabili problemi che ne conseguono, e non in un parco, per esempio. Sarebbe molto più salubre anche per i partecipanti, i disagi per gli altri sarebbero praticamente inesistenti e andrebbero ad assistervi solo gli interessati.

Perché effettuarla, invece, lungo i Bastioni, imponendo agli altri cittadini uno spettacolo, oltretutto, non particolarmente esaltante, specialmente in una giornata di pioggia come ieri? Esigenze commerciali degli sponsor? O i nostri amministratori comunali pensano che tutti passino i fine settimana nella seconda casa al mare o in montagna?

Mi si farà osservare che manifestazioni del genere avvengono in tutte le grandi città, ma non mi sembra un argomento risolutivo e, quantomeno, bisognerebbe vedere se anche altrove non vi siano le stesse critiche. Ribadisco che, volendo, la corsa potrebbe essere effettuata ugualmente senza arrecare disagi e mantenendone, magari esaltandone, gli aspetti di “ grande festa di sport e solidarietà”, come recita il sito dedicato.

Visitando il sito della Stramilano risulta chiaro, senza togliere nulla alla spontaneità dei partecipanti e agli aspetti di solidarietà della corsa, come questa manifestazione sia ormai diventata una macchina pubblicitaria, che ha bisogno di visibilità, a qualsiasi costo. Interessante, sotto questo profilo, la categorizzazione dei sostenitori, che si articola in: Official sponsor (6), Partner ufficiali (5), Enti Patrocinanti (3), Affiliazioni (3), Media partner (4), Official supporter (24), Collaborazioni (7).

Come si vede, una notevole ricerca lessicale per differenziare ed evidenziare i vari apporti dei più di 50 enti e aziende coinvolti. Forse, con questi numeri, quella di spostare la Stramilano in un parco è battaglia persa. E allora, mi si lasci porre una domanda finale al sindaco Pisapia: perché imporre domenica scorsa il blocco agli autoveicoli? Se si fosse scelto ieri, si avrebbe avuta una sola occasione di disagio. O forse, visto che siamo in Quaresima, Pisapia ha pensato che fosse meglio che i milanesi facessero penitenza due volte?