La notizia è senza dubbio positiva, ma le dichiarazioni dei nostri politici suonano alquanto altisonanti. Parlo della firma del preliminare di vendita agli algerini della Cevital della fallita acciaieria Lucchini di Piombino, salutata da Renzi con il solito twitter (#italiariparte) e con frasi tipo: “Nel passato l’Italia ha avuto paura degli investitori stranieri, ma oggi il mercato italiano è un mercato globale, aperto, che testimonia la nostra capacità di fare cose belle con determinazione e tenacia”.Direi che investitori stranieri ce ne sono stati anche in passato, solo che molti li abbiamo fatti scappare e quel “mercato globale, aperto” suona un po’ come un “venghino, venghino” da imbonitore.
Renzi si è dimenticato che proprio la Lucchini era stata acquistata nel 2005 dai russi di Severstal, che qualche anno dopo hanno cercato di rivenderla, senza successo, per finire poi in amministrazione straordinaria alla fine del 2012. Forse sarebbe stato bene accertare le cause di questo fallimento, se sia dipeso da una cattiva gestione dei russi o da problemi strutturali dell’acciaieria, senz’altro aggravati dalla crisi di sovrapproduzione che colpisce la siderurgia mondiale. La produzione europea continua a diminuire, anche sotto la pressione dei produttori extra europei: il 50% della produzione di acciaio è ora concentrato in Cina.
C’è da chiedersi, perciò, per quali ragioni il magnate algerino Issad Rebrab, proprietario del conglomerato Cevital, si è invece dimostrato così interessato all’acquisizione della Lucchini e perché è stato preferito agli indiani della Jsw Steel, il gruppo specializzato nell’acciaio della famiglia Jindal.. Le ragioni stanno paradossalmente proprio nel fatto che Cevital non è specializzata nell’acciaio, ma un gruppo con un’ampia serie di attività che spaziano dall’agroalimentare, all’industria meccanica, alla logistica e alla grande distribuzione, la più grande azienda privata in Algeria, dove occupa più di 10.000 persone.
È piuttosto interessante l’intervista rilasciata da Issad Rebrab a Tsa, quotidiano elettronico algerino, in cui spiega le ragioni del suo interesse per la Lucchini, come per altri investimenti in Europa. L’imprenditore algerino dà due principali motivazioni per l’investimento a Piombino e la prima è di natura logistica, la possibilità di avere a disposizione una grande piattaforma per le esportazioni algerine in Europa e per altri investimenti nell’industria agroalimentare in Italia. Da qui l’interesse, e gli investimenti sostanziosi, previsti per il potenziamento del porto, la cui inadeguatezza è stata indicata in passato come una delle ragioni delle difficoltà dell’acciaieria.
La seconda ragione è invece collegata all’acciaio e gli acciai speciali prodotti a Piombino serviranno a sviluppare l’industria meccanica algerina nella quale, come detto, Cevital è presente nei settori automobilistico (è distributore dei marchi Fiat in Algeria) e degli elettrodomestici, lavatrici, frigoriferi, televisori. Prima della Lucchini, Cevital ha acquisito stabilimenti in Francia, anche qui aziende in procedura fallimentare, a integrazione delle produzioni algerine negli elettrodomestici e nelle porte e finestre in Pvc.
L’acciaio, insomma, sembrerebbe solo uno dei fattori che ha spinto all’investimento in Italia. Pur rimanendo fondamentale. Rebrab ha già delineato il programma operativo per l’acciaieria, che prevede lo smantellamento delle attuali strutture entro sei mesi dalla firma definitiva del contratto, l’apertura di un primo altoforno entro diciotto mesi e di un secondo entro ventiquattro. Il piano prevede il sostanziale pieno reintegro nel corso del tempo della manodopera attualmente impiegata.
Un punto importante sottolineato dal presidente di Cevital è la focalizzazione sugli acciai speciali, quindi sull’investimento in tecnologia, con forni elettrici, che pongono però un problema di rifornimento energetico e del suo costo. Rebrab ha affermato che è allo studio un impianto dedicato in Algeria, che potrebbe ridurre di molto i costi connessi, e sarebbe un altro elemento della sua strategia di integrazione Algeria-Europa.
Qualche dubbio tra i commentatori rimane sull’eccessiva potenzialità della nuova acciaieria, due milioni di tonnellate, di poco inferiore a quella dei vecchi impianti, ma forse Rebrab spera in una ripresa del mercato, nella focalizzazione in prodotti innovativi e sul mercato africano.
Al di là della questione Lucchini, i progetti della Cevital rivestono, come visto, un interesse più generale e possono essere un buon tramite con l’Algeria, nostro fornitore di gas, con cui i rapporti sono un po’ tesi dopo l’intervento a gamba “tesa” della nostra magistratura per le presunte tangenti Saipem. La recente visita di Renzi in Algeria è senz’altro servita a riallacciare più stretti rapporti tra i due paesi.
Nel commentare l’accordo con Cevital, Renzi ha dichiarato che “l’apertura all’investimento straniero è un orgoglio”. Giusto, e nella citata intervista lo stesso Rebrab dice: “A Piombino, abbiamo acquistato un know-how che gli italiani hanno accumulato durante secoli”. Ma aggiunge: “È un’opportunità che si può presentare una volta in un secolo. Non accade tutti i giorni che l’economia europea sia in crisi. Se non ci fosse stata una crisi in Europa, gli europei non ci avrebbero venduto il loro know-how accumulato durante i secoli, per tutto l’oro del mondo.”
Quando si dice avere le idee chiare (sto parlando di Rebrab, evidentemente).