S’intitola semplicemente Il generale dalla Chiesa, la miniserie del 2007 in replica ieri sera su Canale 5 che racconta le vicende private e professionali del generale e prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa. In questo stesso giorno, 38 anni fa, dalla Chiesa veniva assassinato dalla mafia insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro, con lui in macchina al momento dell’agguato. Tutt’ora ignoti i dettagli sull’accaduto, come la figlia Rita dalla Chiesa ha più volte rimarcato anche nel corso di recenti interviste. L’intento della produzione, tuttavia, non era tanto fare luce sui punti oscuri che hanno caratterizzato la vicenda, quanto piuttosto di presentare al grande pubblico una persona – prima che un personaggio – che tanto ha influito nella costruzione della storia degli ultimi 50 anni d’Italia. Da segnalare come nella miniserie vengano passati in rassegna tutti gli eventi significativi della vita di Carlo Alberto – volutamente chiamato così, soltanto col nome – dalle contrarietà ai tempi della separazione della figlia alla dolorosa scomparsa della prima moglie Dora Fabbo.
Il generale dalla Chiesa in replica su Canale 5
Il generale dalla Chiesa parte un po’ in sordina, e – d’altra parte – la stessa presenza di Giancarlo Giannini (l’interprete di dalla Chiesa, per l’appunto) viene relegata a poche scene in cui la sua personalità resta comunque celata. A partire dalla seconda parte, invece, il ritmo accelera, e la visione si fa più godibile; questo non solo per via delle scene d’azione (immancabili – ahinoi, – in un lavoro di questo genere, sparatorie, uccisioni e inseguimenti al cardiopalma, quanto meno per far calare lo spettatore nel giusto stato d’animo di continua angoscia e apprensione. Un’esperienza 4d dei sentimenti, si direbbe), ma anche perché del generale viene fuori il suo lato più umano e meno istituzionale. Ebbene, Carlo Alberto si rivela un uomo forte e di polso anche in famiglia: per esempio, quando la figlia Rita annuncia la separazione, lui cerca di frenarla, difendendo insieme alla moglie la loro unione; e quando il figlio Nando tenta di dissuaderlo dal tornare a Palermo, lui imperterrito ci torna, asserendo che c’è tanta gente, da quelle parti, che spera in un suo intervento decisivo a scongiurare quello che è più di un semplice pericolo pubblico.
Carlo Alberto dalla Chiesa, un uomo solo contro la mafia
Alla fine, la mafia avrà apparentemente la meglio su Carlo Alberto dalla Chiesa e su sua moglie Emanuela Setti Carraro. A dalla Chiesa non riuscirà nemmeno il tentativo di proteggere quest’ultima che – sua fedele alleata e ‘amica’ almeno quanto la prima moglie – non vorrà lasciarlo soccombere da solo, lontano da tutto e da tutti i suoi affetti più cari. Per questo, si recherà con lui a Palermo, dove verranno entrambi assassinati il giorno 3 settembre 1982. Una sconfitta solo apparente, dicevamo: il coraggio di dalla Chiesa ha testimoniato eloquentemente come gli uomini possano e debbano tenere alta la testa in ogni situazione, persino la più ardua, quando ci si trova a combattere letteralmente soli contro tutti.