Di solito vi propongo film per me interessanti e con aperture, ma questa volta non posso fare a meno di affossarne uno appena uscito.
Il Gladiatore II è da poco arrivato nelle sale, è il sequel de Il Gladiatore (2000) che vinse cinque Oscar e che lanciò Russell Crowe nell’olimpo cinematografico. Il regista di allora e di oggi è sempre Ridley Scott, mica uno qualunque: Alien, Blade Runner, Black Rain, Thelma & Louise, Hannibal, ecc.
I sequel e prequel sono di solito operazioni di cassetta e mi dispiace dirlo non possono mai arrivare a entusiasmare il pubblico come gli originali. E questo vale anche per i film di Ridley Scott come Prometheus, Alien: Covenant, Blade Runner 2049 (produttore ma non regista).
Ne Il Gladiatore II abbiamo Lucio Vero Aurelio (Paul Mescal), figlio di Massimo Decio Meridio (Russell Crowe) e Lucilla (Connie Nielsen), che fatto prigioniero in Numidia dal generale Marco Acacio (Pedro Pascal), portato a Roma come schiavo diviene gladiatore nella scuderia di Macrino (Denzel Washington). I due pazzi fratelli imperatori Geta e Caracalla non sono benvoluti dal popolo e dal Senato, ma organizzano grandi eventi al Colosseo per inebriare gli animi: gladiatori contro animali, contro uomini, battaglie navali con squali. Lucio ripercorre la strada del padre eccellendo tra i gladiatori, la madre Lucilla lo riconosce, ma viene ripudiata. Ora è sposata con Acacio, che con altri senatori complotta per spodestare gli imperatori.
La sedizione verrà scoperta, sarà l’assetato di potere Macrino a dirigere le danze, metterà uno contro l’altro i due regnanti, ne ucciderà prima uno e poi nel circo del Colosseo vi sarà l’epilogo. Il traditore Acacio dovrà combattere contro il Gladiatore che si rifiuta di guerreggiare, ma verrà comunque ucciso dalle guardie. La folla insorge e nel trambusto il mefistofelico Macrino uccide Lucilla (che si era ricongiunta con il figlio) e l’imperatore rimasto in vita. Lucio salverà Roma da Macrino.
Il Gladiatore II ha una sceneggiatura telefonata, cioè prevedibile con recitazioni appena sufficienti. Se non ci fosse Denzel Washington sarebbe una pellicola neppure da recensire.
Pacchiani ed esagerati gli effetti speciali: le galee nel mare a inizio film, le scimmie/umanoidi in lotta con gli schiavi, il bisonte nel Colosseo, la battaglia navale con tanto di squali.
Paul Mescal nei panni di Lucio è una caricatura del padre Massimo Decio, forse è più fotogenico di Russell Crowe, ma non sprizza autorevolezza come il padre. Dopo ventiquattro anni è ancora eccessivamente vitale e bella (qualche ritocchino?) Connie Nielsen nei panni di Lucilla.
Chiaro che alla base di tutto abbiamo una sceneggiatura blanda e inconsistente e una storia fotocopiata con la cartuccia dell’inchiostro esaurita. Finito la visione del film, da nostalgico, sono andato a rivedermi Il Gladiatore originale, tutt’altra roba!
E vi lascio con: Al mio segnale scatenate l’inferno!
N.B.: Paragonerei questo film alle ultime vicende sportive della AS Roma calcio, con una proprietà fuori dalla realtà (come gli imperatori Geta e Caracalla); con tanti personaggi eroi che vogliono il bene dell’Urbe (come Acacio e Lucilla) ma trucidati; con un oscuro manovratore (come Macrino) che viene spodestato dal principe. Sarà il principe Ranieri? Speriamo.
Vi lascio con un’altra frase di Russell Crowe del primo film: Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità!
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI