Il dibattito sul green e sull’ambiente è più acceso che mai in Europa, ad alimentare il dibattito ci ha pensato l’ex braccio destro di una commissaria Ue. Parliamo di Pierre Regibeau, vicino a Margrethe Vestager, titolare della Concorrenza. L’industria pesante europea rischia infatti di scomparire a causa delle regole imposte dalla transizione ecologica, ma il belga non sembra preoccupato: “Se scompare, così sia, è evidentemente necessario che succeda. Che senso ha produrre acciaio qui se possiamo acquistarlo spendendo tre volte meno in Indonesia?”.



Ma non è tutto. Per l’ex braccio destro della Vestager, economista molto noto negli ambienti europei, poco importa anche degli effetti pesantissimi sull’occupazione: “Se seguissimo questo ragionamento, avremmo ancora 40.000 minatori a Liegi. Non facciamoci illusioni. Le economie sono flessibili, si evolvono. Gli urti vengono assorbiti”.



“Il green uccide il lavoro? È giusto così”

L’allarme green prima di tutto, è la linea che ha guidato la commissione europea in questi anni. Come evidenziato da La Verità, Regibeau fa parte del gruppo integralista dell’ambiente, lo stesso che ha acceso i riflettori sulle direttive su casa, auto, imballaggi, alimentare e natura. Ma c’è anche chi ha opinioni diverse. Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione, ha preso le distanze dall’economista belga: “Tali opinioni possono costituire buoni titoli ad agosto, ma in nessun caso rappresentano la Commissione. Ci sono voluti una pandemia e una guerra per  rendersi conto che l’Europa ha bisogno di una solida capacità industriale e di autonomia strategica”. La Verità ricorda che la già citata Vestager ha sbloccato miliardi di aiuti di Stato per Francia e Germania, premiando i governi che daranno le carte dopo le europee. Come sul green, un ravvedimento che potrebbe risultare strumentale, considerando che tra un anno si andrà alle urne per rinnovare l’Europarlamento e il governo Ue.

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