Il lavoro flessibile può ridurre il rischio di infarto o ictus secondo una recente ricerca americana. Avere un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata è talmente vantaggioso per la salute al punto tale che alcuni dipendenti che lavorano in modo flessibile arrivano ad avere una salute cardiaca equivalente a quella che avevano 10 anni prima. Al contrario, lavorare in un ambiente stressante aumenta il rischio di infarto o ictus, che insieme causano circa 160.000 morti all’anno nel Regno Unito: un numero monstre di 460 al giorno.
Lo studio è stato svolto dalle università di Harvard e Penn State: i ricercatori hanno cercato di comprendere se in caso di riduzione tra “conflitto lavoro-famiglia” nella loro vita venisse ridotto anche il rischio di subire un evento cardiovascolare. Hanno scoperto che lo stress ha avuto questo impatto su due gruppi di lavoratori: quelli sopra i 45 anni e quelli già a più alto rischio di infarto o ictus. Questo non li ha resi meno produttivi nonostante le pessime condizioni di lavoro. “Quando le condizioni stressanti sul posto di lavoro e il conflitto lavoro-famiglia sono stati mitigati, abbiamo osservato una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari tra i dipendenti più vulnerabili”, ha affermato la co-autrice Prof. Lisa Berkman della School of Public Health di Harvard.
Rischio infarto: lo stress da lavoro incide sulla salute cardiaca
Gli studiosi hanno utilizzato hanno formato i manager su “strategie per mostrare sostegno alla vita personale e familiare dei dipendenti”, mentre il personale è stato istruito “per identificare nuovi modi per aumentare il controllo dei dipendenti sui loro orari e compiti”. I ricercatori hanno testato questo approccio con un’azienda informatica, che aveva 555 lavoratori di entrambi i sessi che in genere guadagnavano uno stipendio moderato, e una società di assistenza, che aveva una forza lavoro di 973 persone, principalmente donne, a basso salario. All’inizio e alla fine del progetto, durato un anno, il personale è stato sottoposto a controlli di salute, come la pressione sanguigna, l’indice di massa corporea e i livelli di colesterolo.
I ricercatori hanno calcolato il punteggio di rischio cardiometabolico (CRS) di ciascuna persona, ovvero il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, come un infarto, entro i prossimi 10 anni. L’intervento sul posto di lavoro “non ha avuto effetti complessivi significativi sul CRS dei dipendenti” si legge nello studio. Tuttavia, ha ridotto il rischio di infarto o ictus per i soggetti più esposti. Infatti, “i dipendenti dell’azienda informatica e dell’azienda di assistenza a lungo termine hanno riscontrato una riduzione del loro CRS equivalente rispettivamente a 5,5 e 10,3 anni di cambiamenti legati all’età” spiega Harvard.