La vicenda è ormai su tutti i giornali e sul web. Nella cupa e riservata Torino scoppia uno scandalo che coinvolge Massimo Segre e Cristina Seymandi. Lui, commercialista e finanziere, consigliere di Carlo De Benedetti e consigliere di amministrazione del quotidiano Il Domani. Quel Carlo De Benedetti, finanziere con residenza in Svizzera e tessera numero uno del Pd, un ossimoro (come ghiaccio bollente). Lei, piacente imprenditrice con un passato politico alle spalle. Il luogo del misfatto è il giardino della villa di Segre, un ameno luogo sulle colline che circondano il capoluogo piemontese.
E’ il 27 luglio. I due, che si accompagnano da tre anni, hanno deciso di convocare amici e parenti, un centinaio di persone in tutto, per festeggiare le future nozze. Quando sono tutti presenti, il Segre va sul palco insieme alla Seymandi e tira fuori un biglietto. Tutti si aspettano l’elegia della coppia, un pippone sul futuro roseo che li aspetta, l’esaltazione di un amore che vivrà in eterno, bla bla bla.
Invece no. Con parole misurate e ben ponderate, per evitare la denuncia per diffamazione, il commercialista porge alla sua amata, fino allora, “un dono d’amore, la libertà”. E la invita a trascorrere le vacanze (“già pagate da me”) insieme al suo nuovo amante, un avvocato torinese, da poco succeduto a un altro, un industriale torinese. Lui non vuole “recitare la parte del cornuto” ma è stato costretto a farlo anche per “tutelare i figli”. E via col tango…
Uno “sputtamento” in diretta, con la povera tapina che l’ascolta esterrefatta. Qualcuno gira un video che subito viene lanciato in rete. Tutti ne vengono a conoscenza. E subito si scatena la bagarre dei commenti. La maggioranza, soprattutto a sinistra, difende la donna. Qualcuno invece lui, invocando la vendetta del cornuto.
Alcune considerazioni al contorno. Cominciamo con l’età. Il Segre ha 68 anni, la Seymandi solo 47, con matrimoni e figli alle spalle. Ora che cosa può tenere insieme una coppia con vent’anni circa di differenza? Lei è belloccia. Lui non è né Brad Pitt e nemmeno George Clooney. Ma non sarà che il collante sono i soldi? Fra l’altro il Segre ha un’età in cui i maschietti devono fare i conti con la prostata. E l’Alfusozina, intesa come medicinale, diventa una compagna di vita (una pillola al giorno, preferibilmente la sera). Con le inevitabili ricadute sull’attività sessuale.
Ma c’è dell’altro. La Seymandi aveva tentato la carriera politica con i 5Stelle. Era diventata la consulente di Chiara Appendino, già sindaca di Torino. Aveva poi virato decisamente, cambiando casacca, con una lista a sostegno di Paolo Damilano, candidato sindaco del centrodestra. Insomma, qualche dubbio doveva insinuarsi nel magnifico cornuto: infedele in politica, sarà fedele fra le lenzuola? Ma, al di là delle congetture, la domanda che ci si pone è: ma perché Segre ha voluto lavare i panni sporchi in pubblico con un colpo di teatro memorabile?
Ci viene in aiuto un aforisma di Enrico Vaime, uno dei padri del varietà televisivo e teatrale italiani: “Il massimo dell’ottimismo? Guardarsi allo specchio e notare che, in fondo, le corna non stanno così male”.