Mentre scriviamo lo spread Btp-Bund è a 320 dai 290 di ieri, la Borsa ha aperto con un falsissimo -1,5% con una marea di titoli dell’indice principale (tutti i finanziari, per esempio) che non riuscivano neanche a fare prezzo; sugli schermi lampeggiano luci rosse come neanche in tangenziale alle sette di sera. All’apertura dei finanziari il dato della borsa italiana è -5%. È il prevedibile effetto dei risultati elettorali che non regalano nessuna maggioranza chiara e mettono i presupposti per una prolungata situazione di ingovernabilità in cui nessuno sa esattamente cosa accadrà.

In situazioni incerte come queste la reazione dei “mercati” è sempre la stessa, puntuali e immancabili le vendite arrivano e travolgono qualunqua cosa. Una nota di Citigroup descriveva la situazione in questo modo: “Queste sono le prime elezioni europee in cui gli elettori non hanno fatto la cosa giusta” (this is the first European election in which voters didn’t do the right thing) appoggiando politici contro l’austerity e l’euro, “questo potrebbe diventare un problema grave se si dimostrasse contagioso”.

La botta del risultato elettorale italiano, su cui probabilmente verranno scaricate tutte le responabilità finanziarie globali possibili e immaginabili, arriva tra l’altro in una fase particolarmente delicata con il governo americano di nuovo alle prese con il fiscal cliff e la pubblicazione dei verbali della Fed di settimana scorsa in cui si sono messe nero su bianco le preoccupazioni per gli effetti indesiderati delle politiche monetarie accomodanti. Poi c’è la situazione economica drammatica di Spagna, Portogallo e Grecia, con la Francia che decisamente non sta troppo bene.

È bene tenere a mente la situazione globale, perchè nei prossimi giorni verrà presentato uno scenario in cui i destini dell’universo conosciuto dipendono solo da quanto sta succedendo in Italia; a presentare questo scenario concorrerano sia la stragrande maggioranza dei “media” nazionali, che settimana scorsa si sono persino dimenticati di dare la notizia dei verbali della Fed, sia gli “amici” e i “partner” internazionali dell’Italia che scaricheranno tutte le magagne finanziarie sull’irresponsabilità, vera, dell’elettore italiano; il ministro degli Esteri spagnolo, con una disoccupazione che è più del doppio di quella italiana e un sistema finanziario devastato da una bolla immobiliare di cui in Italia non si è visto neanche una frazione ha dichiarato che “i risultati delle elezioni italiane mostrano che sarà difficile governare in Italia e condizioneranno l’intera area euro”. I problemi quindi non sono le decine di miliardi di euro di perdite del sistema finanziario spagnolo e i dati economici infinitamente peggiori di quelli italiani, ma l’Italia che mette in crisi gli incolpevoli spagnoli.

Ce la prendiamo con la Spagna, che nel caso specifico merita davvero una risposta per le rime, per dare l’idea di quello che si sentirà nelle prossime ore e nei giorni futuri. È inutile dire che in una fase così delicata per l’economia e la finanza internazionale qualsiasi situazione di instabilità e incertezza prolungate in Italia siano quanto di peggio si possa desiderare e che al contrario servirebbe dare in pasto ai mercati nel più breve tempo possibile messaggi rassicuranti e tranquillizzanti che segnalino la disponibilità delle forze politiche a realizzare un governo il più possibile stabile e responsabile nel breve periodo. Il calo dello spread di 20 punti segnala che sul mercato del credito, di solito più affidabile dell’azionario, il livello di tensione è meno pronunciato, forse incorporando scenari di governo di larghe intese o di responsabilità nazionale.

Infine meglio non dimenticare che i risultati elettorali arrivano in un momento in cui le principali partecipate del Tesoro, Saipem/Eni e Finmeccanica, attraversano momenti di incertezza gravi con compratori che mandano offerte vincolanti; nel sistema finanziario rimane lo straordinario momento di difficoltà delle terza banca italiana per numero di sportelli, Mps, e le pressioni di hedge funds per trasformare una notissima popolare, la Bpm, in spa in nome della superiore razionalità ed efficienza del modello bancario anglo-sassone che infinite creazione di valore e dimostrazioni di bontà ha regalato negli ultimi anni.

Speriamo che i giornali stranieri nella confusione si dimentichino di intervistare Grillo e i grillini.