Per i mercati finanziari questo è normalmente un periodo tranquillo. Le performance dell’anno sono chiuse e i gestori, a tutte le latitudini, non vogliono passare il Natale con particolari patemi d’animo e si dedicano alla selezione delle idee per il nuovo anno. Le società, se non l’hanno già finito, sono impegnate sul budget per il 2015, ma quello che doveva succedere in termini di ricavi e utili o riassetti è sostanzialmente già successo. Questo sarebbe lo scenario che ci si aspetterebbe quindi nell’ultimo weekend dell’anno prima delle vacanze di Natale; uno scenario di calma piatta o quasi, e di riposo, in attesa della ripresa vera all’inizio di gennaio.

A differenza degli altri anni, però, sarà abbastanza difficile distaccarsi completamente dalle notizie finanziarie e perfino dai mercati; l’elenco di questioni che proprio in questi giorni agitano i mercati è abbastanza lungo e significativo. Andiamo in ordine sparso.

Settimana prossima, il 23 dicembre, si terrà la seconda votazione per l’elezione del presidente della Repubblica greca; l’appuntamento non dovrebbe essere decisivo dato che a oggi appare improbabile che un candidato riesca a ottenere i 200 voti necessari. Tutto sarà quindi probabilmente rimandato al 29 dicembre, quando la maggioranza necessaria per l’elezione scenderà a 180 voti. Se non si riuscisse a eleggere un Presidente, nemmeno con l’abbassamento del quorum, si andrà a elezioni anticipate tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Dati i sondaggi attuali, alle elezioni potrebbe emergere una maggioranza anti-euro pronta a passare dalle parole ai fatti.

Il rischio è concreto e si potrebbe creare un pericoloso precedente. Sarà per questo che dalla Germania, anche per bocca di Schauble, sono usciti commenti “amichevoli” e “gentili” verso la Grecia. Non sappiamo che reazione avranno queste dichiarazioni in Grecia, ma le parole di incoraggiamento di Schauble e i “complimenti” per una crescita dello 0,6% nel 2014 dopo che l’economia si è contratta del 27% dal 2007 potrebbero anche non sortire l’effetto sperato. In ogni caso il 23 e il 29 dicembre sera toccherà tenere almeno un occhio sulle agenzie.

La Banca centrale svizzera due giorni fa è stata costretta ad abbassare i tassi portandoli in negativo. La richiesta di franchi svizzeri e l’appetito per una piazza finanziaria considerata sicura e al riparo da terremoti ha messo sotto pressione il livello di cambio euro/franco che la Banca centrale svizzera si era impegnata a difendere (1,20). Il crollo del rublo e i timori di default della Russia messa in forte difficoltà dal calo delle quotazioni del petrolio hanno portato sui mercati un’ondata di volatilità e preoccupazioni. Negli ultimi giorni il rublo ha, nonostante tutto, recuperato e gli scenari peggiori sembrano essere stati scongiurati, ma la volatilità sul petrolio non è finita (ieri un rimbalzo da +4%) e potrebbe proseguire facendo emergere nuovi elementi di instabilità.

Il calo del prezzo del greggio è diventato il tema forse di maggior interesse di queste settimane. All’inizio le riflessioni si sono concentrate sugli effetti interni all’industria petrolifera e al calo di margini e utili delle società che ne fanno parte. In questi giorni il dibattito si è spostato sugli effetti “sistemici” di un calo di questa portata sia per i paesi produttori come la Russia o negli ultimi giorni la Nigeria (la cui valuta è finita sotto pressione), sia, soprattutto, per i mercati finanziari. I timori che il contagio passi, via obbligazioni ad alto rendimento, dal settore petrolifero a quello del mercato del credito compaiono ormai sui principali quotidiani finanziari internazionali.

Anche in Italia ci sono diverse questioni in sospeso. I mercati hanno e stanno completamente sottovalutando il rischio politico e in particolare quello di elezioni anticipate; non è chiaro che evoluzioni ci si possano attendere a questo riguardo nel breve periodo, ma considerati gli elementi di incertezza presenti sui mercati qualsiasi cattiva notizia potrebbe determinare reazioni scomposte. Ci sono infine almeno due fronti industriali su cui si attendono notizie a breve: il primo è Finmeccanica con le offerte presentate per l’acquisto di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts contese tra cinesi e Hitachi; il secondo è Telecom Italia alle prese con la riorganizzazione delle proprie attività in Brasile. In entrambi i casi, soprattutto nel primo, le novità dovrebbero arrivare a giorni.