La corsa del mercato italiano prosegue senza quasi interruzioni e ieri è stata sfondata la soglia dei 21.000 punti con la borsa che ha toccato i massimi da maggio 2011. I timori sulla crisi Ucraina sembrano essere rientrati o, almeno, così sembra ai mercati che hanno festeggiato a colpi di rialzi le quasi inesistenti sanzioni che finora sono state decise scommettendo che, alla fine, gli scenari peggiori non si verificheranno. A prescindere dal fatto che i mercati abbiano torto o ragione sull’Ucraina, la velocità con cui si è processata e digerita una crisi per niente banale passando avanti dice tanto del clima che si respira in borsa. Il mercato italiano continua a segnalarsi per rialzi superiori a quelli delle principali piazze europee. Le performance migliori del mercato di casa nostra si ripetono ormai da diverse settimane e ieri il decennale italiano ha raggiunto il rendimento più basso degli ultimi otto anni; oggi lo Stato italiano emette il debito a dieci anni a un tasso del 3,4% scarso.

L’innamoramento dei mercati finanziari per l’Italia è abbastanza evidente e sicuramente il nostro Paese è ritornato prepotentemente al centro dei radar degli investitori. Dopo una serie di acquisti di Blackrock in alcune delle principali istituzioni finanziarie italiane, all’inizio della settimana anche Goldman Sachs ha fatto capolino, con una quota superiore al 2%, nell’azionariato del Banco Popolare. La distanza tra la realtà economica, ancora drammatica, e le aspettative dei mercati continua ad allargarsi; i mercati anticipano sempre e comprano prima che i fatti avvengano, ma raramente si erano spinti così in avanti in una scommessa.

Da un lato ci sono dei mercati in cui prevale la certezza che le banche centrali interverranno per rimuovere o smussare le difficoltà che si presenteranno, dall’altro c’è un mercato, quello italiano, che offre un’idea di investimento irresistibile nello scenario attuale: un mercato ben lontano dai massimi pre-crisi, in un Paese che viene da quasi sei anni di recessione ininterrotta e che, in teoria, avrebbe margini di recupero infiniti sia sul lato della ripresa che su quello delle “riforme”.

L’Italia piace alla gente che conta e il clima, anche mediatico, che la circonda è quasi irriconoscibile rispetto ai mesi dello spread a 500, quando l’economia “reale” era sicuramente in uno stato migliore. Da allora l’Italia non avrebbe dato grande prova di sé né sul terreno economico, né su quello politico. Su quello economico perché l’economia ha continuato a peggiorare e su quello politico perché Renzi è il terzo primo ministro dalla caduta di Berlusconi e non pare che, finora, siano state varate riforme di sistema. Un po’ di scetticismo se non di pessimismo sarebbe insomma lecito. Rimane sullo sfondo il tema “geo-politico”, nel senso che non è da escludere che ci sia anche una sorta di sostegno, certamente interessato, all’Italia via mercati finanziari in ottica probabilmente anti-tedesca.

Rimanendo in ambito “mediatico” la giornata di ieri offre due fatti utili alla riflessione. Il primo è la paginata, ormai non più così singolare, che il Financial Times ha dedicato a Renzi. L’articolo, riassumendo brutalmente e senza alcuna pretesa di completezza, evidenzia la sfida gigantesca per cambiare il Paese in cui il Premier si sarebbe imbarcato e come non ci siano, al momento, né certezze, né segnali definitivi di successo, oltre al fatto che gli ostacoli sembrano decisamente alti. L’articolo però non si segnala per una particolare dose né di scetticismo, né di pessimismo e nel finale si può trovare la seguente frase: “Il messaggio di cambiamento di Renzi sta portando speranza”. Molto diverso appare, almeno a chi scrive, il tono di fondo dell’editoriale di ieri de Il Corriere della Sera di Alesina e Giavazzi a proposito delle recenti misure annunciate da Renzi e dal titolo “Scorciatoie ingannevoli”. L’editoriale del quotidiano di via Solferino si conclude così:” Scorciatoie e accelerate improvvise mettono solo a rischio il risultato finale”.

In pratica, udite udite, il Financial Times ha uno sguardo su Renzi e l’Italia decisamente più benevolo e possibilista di quello del Corriere che invece, a poche settimane dall’insediamento, mostra già il primo cartellino giallo. Fortunatamente per Renzi chi ha fatto i salire i mercati fino a oggi legge il quotidiano della City e non quello di via Solferino. Renzi così potra con ogni probabilità presentarsi alle elezioni europee forte di mercati euforici e ottimisti con “l’effetto Renzi” che dispiega tutte le proprie conseguenze positive.

Qualunque cosa voglia fare il neo-primo ministro è meglio però che la faccia subito, perché niente assicura che l’innamoramento dei mercati continui per sempre.