Nello scontro tra Mediaset e Sky sui diritti del calcio, venerdì si è aggiunta una nuova puntata. Secondo Bloomberg, Sky e Telecom Italia media avrebbero raggiunto un accordo per l’affitto, da parte di Sky, di cinque canali digitali; l’accordo potrebbe essere effettivo già da ottobre. Dietro un dettaglio che potrebber sembrare tecnico e riservato agli addetti ai lavori si nasconde in realtà una novità importante per il mercato televisivo. Due settimane fa l’asta per i diritti della serie A per il 2015/2021 ha visto Sky offrire il prezzo più alto sia sul satellitare che sul digitale; l’esito finale non è però ancora definitivo e chiaro, sia perché Mediaset ha condizionato l’offerta sul lotto D all’ottenimento del lotto A e del lotto B, sia perché potrebbero emergere problemi di antitrust con la vittora di Sky su entrambe le piattoforme (digitale e satellitare), In ogni caso settimana prossima la lega di serie A si riunirà per decidere come comportarsi nei confronti dei risultati dell’asta di due settimane fa.

Fino a venerdì lo scenario che vedeva Sky trasmettere anche sul digitale le partite di A veniva considerato abbastanza improbabile, ma è chiaro che se, come pare assolutamente probabile, il rumour riportato da Bloomberg fosse vero, Sky si sarebbe, sostanzialmente, già dotata dell’infrastuttura necessaria a trasmettere anche sul digitale. Il livello dello scontro si è quindi decisamente alzato. Prima è stata Mediaset a rompere uno scenario ormai fisso aggiudicandosi l’esclusiva dei diritti per la Champions League delle stagioni dal 2015 al 2018, pagando un prezzo di molto superiore a quello pagato in precedenza da Sky (700 milioni di euro con un rialzo del 30% rispetto alle tre stagioni precedenti), poi è stata Sky ad aggiudicarsi i diritti anche per il digitale delle serie A. La “minaccia” di Sky a Mediaset con l’accordo con Telecom Italia media sarebbe chiaramente molto più credibile. Sky in questo modo ha restituito il favore a Mediaset che le aveva strappato i diritti per la Champions League a un prezzo molto superiore.

Mediaset avrebbe davanti quindi due opzioni: la prima è rinunciare a trasmettere la serie A sul digitale. Questa opzione però non sembra particolarmente sensata. Mediaset dovrebbe convincere molti clienti a sottoscrivere un abbonamento per avere la sola Champions senza le partite di serie A. Il costo che dovrà sostenere per i diritti avrebbe senso solo se la base clienti si allargasse considerevolmente e quindi se si trovassero abbastanza persone disposte a pagare “qualcosa” in più al mese per il calcio; è chiaro, però, che senza la serie A l’offerta sarebbe, come minimo, monca.

La seconda opzione sarebbe quella di pareggiare l’offerta di Sky per il digitale. In questo caso Mediaset per i diritti della serie A dovrebbe pagare più del doppio di quanto paga ora. A questa cifra si aggiungerebbe quella per la Champions che è del 30% superiore a quanto paga oggi Sky. Mediaset avrebbe quindi davanti a sè investimenti importantissimi che potrebbero essere ripagati solo se l’offerta commerciale avesse un successo pieno e duraturo; la mole degli investimenti in diritti è tale che in caso di fallimento la solidità finanziaria dell’azienda sarebbe seriamente a rischio. Se andasse male non ci sarebbero reti di sicurezza e l’insuccesso si tradurrebbe in perdite difficilmente sostenibili.

Mediaset o decide di rilanciarsi alla grande sulla pay per view con i diritti del calcio oppure abbandona la competizione. Una terza opzione per ora rimasta sullo sfondo è quella di un “armistizio” tra Sky e Mediaset ma con un’offerta identica sul calcio Sky rimarrebbe comunque davanti di diverse lunghezze perché il ritardo da recuperare per Mediaset in termini non solo di programmazione sportiva è comunque molto significativo.

Per Mediaset non si tratta di una decisione tattica ma di una decisione strategica che influenzerà, in modo irreversibile, le sue prospettive di medio lungo termine: o fa sul serio sulla pay per view oppure esce dal mercato. Le vie di mezzo non sono economicamente, commercialmente e strategicamente praticabili. Serve anche un ottimo management, il supporto degli azionisti attuali e probabilmente anche di un partner disponibile a farsi carico di una parte dell’investimento. Tra una settimana, con la decisione sui diritti della serie A, ne sapremo di più.