Dopo un anno dai primi rumours sulla nuova strategia di Telecom Italia in Brasile e dopo molti mesi di ipotesi, progetti falliti e dichiarazioni di intenti, non è ancora noto come e quando finirà la saga di Tim Brasil. Telecom Italia sembra non aver voglia di decidere se sia il caso di continuare a scommettere sul Brasile, passando per una fusione ormai obbligata dalle evoluzioni competitive, oppure vendere al migliore offerente e dedicarsi con i soldi incassati a una nuova fase. Le richieste di prezzo di Telecom Italia per Tim Brasil sembrano molto lontane da quelle che i potenziali compratori sembrano oggi disposti a pagare e i mesi passano senza che si affronti attivamente il problema prendendo una decisione consapevole in un senso o nell’altro. Una decisione di questa portata può essere presa solo se si ha una strategia chiara per il futuro. In ogni caso si può osservare che il dibattito su Telecom Italia e dintorni sia sostanzialmente centrato sui destini della controllata brasiliana, come se intorno non sia successo e non stia succedendo niente.

In realtà, come si è già avuto modo di osservare su queste pagine, il settore telecom europeo sta vivendo una stagione di grandi trasformazioni sia dal lato del consolidamento interno, per raggiungere una scala maggiore e migliorare la redditività, sia, e soprattutto, per la convergenza con il settore media. Il caso più emblematico è l’entrata di British Telecom nel mercato media con l’acquisizione dei diritti televisivi della Champions League strappati a BskyB (la “sorella” inglese di Sky Italia). Il settore telecom è alla ricerca di maggiore redditività dopo anni di difficoltà e tenta di aumentare la presa sulla clientela offrendo in esclusiva contenuti premium; l’acquisto di diritti sportivi live è una conseguenza di questa nuova strategia che si concentra sul contenuto più “premium” e trasversale come appunto le partite di calcio. Rispetto agli accordi non in esclusiva che si sono visti anche a queste latitudini questa novità rappresenta un paio di salti quantici in avanti.

Per il momento in Italia si è visto poco o nulla, ma pensare che evoluzioni così sistemiche non riguardino il mercato italiano semplicemente perché non è ancora successo niente può essere un grande errore di miopia. Il tema del consolidamento dentro al settore è forse più evidente sia per l’offerta di Telecom Italia su Metroweb, sia per i rumour di interesse di Vodafone per Fastweb, sia per quelli passati che hanno coinvolto Wind e H3g. Sull’altro fronte non si è visto nulla e si è sentito e letto poco più; tutto ovviamente è fanta-finanza fino a che accade, come in Inghilterra, quello che era impensabile fino a pochi anni prima e ci si ritrova a dover contattare un operatore telecom per dover vedere la partita il mercoledì sera.

Una flebile traccia di tutto questo risale all’acquisto di Fastweb da parte di Swisscom nel 2007 quando si era ipotizzato un interesse di Sky per l’operatore telefonico italiano; poi più nulla. L’entrata nell’azionariato di Mediaset Premium da parte di Telefonica con una quota di minoranza rimane comunque su un altro piano rispetto alle mosse di BskyB.

Una svolta sul mercato italiano potrebbe arrivare “di sponda” direttamente da quello inglese. Vodafone sta cercando di aumentare la quota di mercato nella banda larga e tra le varie prede ipotizzate dal mercato c’è proprio BskyB, che oltre a essere una televisione premium ha diversi milioni di clienti nella banda larga. Dopo l’ingresso di British Telecom nel mercato dei diritti sportivi, soffiati proprio a Sky, un’operazione di questo tipo sarebbe tutto tranne che fanta-finanza. L’operazione sarebbe inoltre coerente con la strategia di convergenza che intende perseguire Vodafone.

Se questa strategia ha senso in Inghilterra, ed è coerente con l’obiettivo di migliorare la propria posizione competitiva in un mercato dove la competizione è molto dura, non sarebbe un non-senso nemmeno in Italia. Si deve ammettere che Vodafone/Sky sarebbe un concorrente molto difficile da affrontare per tutti gli altri, da Mediaset Premium a Telecom Italia (che a quel punto, tra l’altro, sarebbero obbligati dalle circostanze alle nozze).

Per ora è difficile fare previsioni, ma le ultime evoluzioni in Europa obbligano a considerare certi scenari, se non probabili, sicuramente come possibili tanto più se competizione, aumento dei costi per i diritti e crisi hanno messo sotto pressione tutti e stanno obbligando a essere creativi. L’altro scenario, sullo sfondo, è che tutto finisca con l’acquisizione di Mediaset Premium da parte di Sky per evitare una esplosione di costi che non serve a nessuno. In tutto questo sembra proprio che per Telecom Italia sia ora di decidere cosa fare ed essere “da grande” prima che siano gli altri a decidere tutto.