Con un giorno di anticipo rispetto al normale calendario, la Borsa italiana ha chiuso ieri il 2015; si può quindi ripercorrere definitivamente l’anno finanziario appena concluso individuando i principali temi. La borsa di Milano ha registrato la migliore performance tra la principali borse europee con un rialzo del 12%, che colloca il listino italiano tra le migliori opzioni di investimento globale per il 2015. Il decennale italiano ha chiuso con un rendimento di poco superiore all’1,6% dopo aver iniziato l’anno all’1,8%, il mitico spread Btp-Bund ha chiuso a 100 punti base rispetto ai circa 120 di inizio anno. Le politiche delle banche centrali e il contesto finanziario globale si sono in sostanza mantenuti “sereni” per tutto il 2015 e non si sono registrati momenti di particolare tensione finanziaria. In questa calma è però successo molto e per trovare traccia dei movimenti più importanti basta dare una rapida scorsa ai migliori titoli del listino di Milano.
La medaglia d’oro del Ftse Mib va a Italcementi, con una performance di oltre il 100%. La prima posizione in classifica è particolarmente significativa perché la ragione di questo exploit sta nell’acquisizione della quota di controllo del gruppo cementiero, annunciato appena prima delle vacanze estive, da parte della tedesca Heidelberg cement; nel corso del 2016 verrà lanciata l’opa che chiuderà per sempre la quotazione del gruppo della famiglia Pesenti. Italcementi diventerà una divisione di Heidelberg.
La medaglia d’oro è significativa perché esemplifica uno dei principali temi del mercato italiano nel 2015 e cioè le acquisizioni di società italiane da parte di gruppi esteri. I titoli italiani hanno per gli investitori l’irresistibile fascino delle prede che spesso e volentieri conduce a premi di controllo molto rotondi offerti poi a tutti gli azionisti. La storia recente della Borsa italiana da questo punto di vista è decisamente ricca e conferma in toto le valutazioni degli investitori che hanno potuto assistere a un numero di acquisizioni che non ha eguali nel resto dei mercati sviluppati.
In quinta posizione troviamo infatti Finmeccanica, che ha recuperato molto di quanto perso con il contributo decisivo di indagini giudiziarie che molto probabilmente in altri geografie (sostanzialmente tutte quelle sviluppate) avrebbero trovato un qualche freno nella volontà di salvaguardare società strategiche. Finmeccanica è un altro esempio di fascino da acquisizione date le vicende che hanno coinvolto le controllate Ansalso Sts e Ansaldo Breda. Già oggi si intravedono i prossimi temi caldi a partire per esempio da Telecom Italia.
La medaglia d’argento va ad Anima, società di gestione del risparmio. Anche in questo caso la seconda piazza è esemplificativa di uno dei trend principali del 2015. Le società di gestione che operano in Italia hanno fatto il pieno di soldi avendo beneficiato di una congiunzione astrale fatta di rendimenti schiantati nelle tradizionali forme di investimento e di un mercato ancora ricco di risparmi. Oggi si discute dell’offerta miliardaria di un fondo americano per Arca sgr contro la concorrenza della stessa Anima; l’appetito dei “mercati” per il risparmio italiano è ai massimi e anche in questo caso il 2016 dovrebbe regalare altre emozioni.
La medaglia di bronzo va a Yoox-Net-A-Porter che ha portato a termine la fusione con il concorrente francese, ma la guida rimarrà italiana, nel 2015. È una medaglia molto consolante che testimonia che investire e avere idee fa molto bene anche dal punto di vista borsistico e che esistono alternative valide alle cessioni.
Anche la medaglia di legno merita qualche riga; Bpm con una performance del 70% è l’emblema delle conseguenze della riforma delle popolari (non ancora effettive tra l’altro) che ha regalato a una parte rilevantissima del sistema bancario italiano il fascino della preda. La performance ha fatto felice molti soprattutto quelli che hanno avuto modo di “capire” prima degli altri le intenzioni del nostro governo.
La parte destra della classifica è piena invece di società legate al petrolio a testimonianza di uno degli eventi, se non l’evento, del 2015 e cioè il crollo del greggio. Per il 2016 si possono già individuare alcuni temi di probabile interesse borsistico: il destino delle popolari e delle banche in difficoltà (Monte paschi è il peggior titolo del Ftse Mib del 2015) e le società a rischio acquisizione (Telecom Italia su tutte). Sullo sfondo rimangono le grandi questioni delle politiche monetarie, del destino del prezzo del petrolio e più in particolare della situazione economica italiana, che chiude il 2015 con una crescita dello 0,8%, una disoccupazione a due cifre e un debito pubblico in aumento.