Da pochissimi giorni è quotata a Madrid “Cellnex” una società spagnola che possiede torri di trasmissione; l’amministratore delegato di Cellnex ha dichiarato a più riprese che la mission della società è quella di guidare il consolidamento europeo. Ieri a Il Sole 24 Ore si esprimeva in questi termini: “Ci quotiamo per avere accesso al mercato dei capitali e diventare una società globale europea” e “ l’Italia resta uno dei nostri mercati di riferimento”.

Da un punto di vista industriale e finanziario nel settore ha ogni senso possibile e immaginabile ingrandirsi e consolidare, anche perché il servizio offerto è assolutamente indifferenziato e indifferenziabile, oltre che di costi fissi in cui una stessa antenna può essere affittata a uno o tre clienti con ritorni evidentemente molto diversi.

Molti organi di informazione internazionali facevano notare come il mercato americano, a differenza di quello europeo, sia già molto più concentrato e che questo sarà l’esito finale anche per l’industria europea. Tra la situazione attuale e l’esito finale di pochi operatori continentali e forse di uno in posizione dominante c’è semplicemente una ragione industriale e finanziaria.

I giornali italiani hanno già cominciato ad accostare la società spagnola al nostro mercato, in cui è già presente, e l’amministratore delegato già dichiarava di avere “buoni rapporti” con Ei Towers, Rai Way e Telecom Italia. Cellnex in particolare è uno spin-off di Abertis che ha deciso di creare un soggetto autonomo in grado di fare da motore e punto di riferimento per il consolidamento europeo.

In questo momento di rendimenti schiantati l’appetito del mercato per società con flussi di ricavi così prevedibili, e perfino noiosi, e fuori da settori competitivi è al massimo e per questo è lecito attendersi che il flusso di finanza dal mercato a Cellnex sarà cospicuo; infatti, il titolo ha chiuso giovedì il primo giorno di quotazioni con un rialzo dell’8%.

La storia di Cellnex che abbiamo raccontato ha una “morale”, perché il ruolo di consolidatore europeo che con ogni probabilità avrà la società spagnola è quello che avrebbe potuto avere un soggetto italiano.

In Italia sono state quotate ben prima di Cellnex sia Ei Towers che Rai Way. La prima ha proposto alla seconda una fusione che avrebbe creato il leader di mercato in Italia e una società di rilevanza europea e che si sarebbe potuta presentare come uno o il consolidatore naturale in Europa. Fare competizione nel settore delle torri non ha senso, così come non ha senso fare due autostrade che collegano parallelamente il punto A al punto B ed è per questo che monopoli naturali posseduti da privati esistono e prosperano ovunque nel mondo all’interno di schemi regolatori statali che, per esempio, nel caso delle torri si sarebbero potuti tradurre in un semplicissimo, e facilissimo da ottenere, obbligo di offrire lo stesso servizio allo stesso prezzo a tutti (fatto salvo magari una qualche naturale e normale differenziazione per quantità di volumi).

In questo settore non ci sono logiche diverse da quelle finanziarie e industriali, nel senso che non si producono contenuti televisivi o informativi che potrebbero innescare altre logiche, per esempio politiche o di condizionamento dell’opinione pubblica; a meno che si pensi che certe “onde radio” agiscano sulla mente umana condizionandola. Per questo motivo se Ei Towers, che si è mossa con logiche industriali e finanziarie, non è riuscita a ottenere le efficienze e i maggiori margini possibili con una fusione con Rai Way potrà mettere sullo stesso piatto i guadagni, per esempio, ottenibili con un’operazione con Cellnex, tanto più che questa ha già dichiarato di voler consolidare.

È fantafinanza? No, perché è già sui giornali e perché è compatibile con le dichiarazioni del management di Cellnex. Quindi avremo una società di rilevanza continentale molto appetibile per gli investitori a Madrid, dove pagherà stipendi e tasse, e che sarà leader europeo, mentre in Italia avremo un gruppetto di società nane nello scenario continentale nonostante queste ultime siano arrivate alla quotazione un bel pezzo prima; essendo evidentemente la quotazione la modalità migliore per aggregare potendo scambiare azioni (e così era infatti in parte strutturata l’offerta su Rai Way).

È la storia di tante industrie italiane e ci viene in mente, per esempio, il diversissimo destino toccato a Telecom Italia e a Telefonica in cui la prima era il monopolista della seconda economia dell’area euro con tecnologie molto superiori alla seconda che è diventata invece uno dei leader globali. Sull’altare del mantenimento dello status quo in certe enclave pubbliche si è sacrificato e si sta sacrificando tutto. Il gioco va bene fino a che chi produce e paga tasse rimane vivo e in salute.

Il governo ha vinto la sua partita su Rai Way ottenendo due società nane che non hanno alcun senso di coesistere. In Spagna quotano non solo il consolidatore nazionale, ma il futuro consolidatore europeo. La vicenda Rai Way/Ei Towers ha davvero assunto toni kafkiani.