Nelle ultime settimane è stato sempre più chiaro come la ricapitalizzazione/salvataggio del sistema bancario italiano sia strettamente correlata ai destini del governo e del primo ministro; alla vigilia di un referendum che non sembra affatto una passeggiata, un salvataggio delle banche italiane che passasse per il sacrificio di risparmiatori, sottoscrittori di obbligazioni subordinate, rischierebbe di tradursi in una sommossa popolare e di determinare una vittoria netta dei “no” al referendum trasformato in una consultazione sul governo. Alla vittoria del no è, come noto, legata la permanenza di Renzi a palazzo Chigi.

La successione degli eventi è un po’ lunga, ma non particolarmente complicata: Se Renzi non trova un modo di risolvere la crisi bancaria passando o dal “mercato”, riuscendo in un capolavoro tecnico assoluto in una fase in cui “l’Italia fa paura”, o al di fuori delle regole Ue ottenendo da questa una flessibilità che in teoria le regole non consentirebbero, l’Italia si ritroverebbe in un ignoto politico in cui i 5 stelle potrebbero fare man bassa. Questo dopo la Brexit e prima di un anno, il 2017, già di per sé carico di sfide elettorali decisive (Francia, Olanda e Germania), in un’Europa che si sta sfaldando sotto i colpi della crisi economica e migratoria. Questo è il quadro a due settimane dagli stress test e a tre mesi, circa, dal referendum. Il tempo per raddrizzare la situazione evidentemente non abbonda.

La questione è chiara, in questi termini, sui “mercati”. Ieri per esempio il Financial Times notava come Renzi stesse combattendo su tutti i fronti; contro una ripresa economica fragile, contro la crisi dei migranti, contro il sorpasso dei cinque stelle mentre tenta di salvare le banche alla vigilia di un referendum da cui dipende la sua permanenza. Conclusione: “non c’è da stupirsi se gli investitori vedono l’Italia come il rischio più immediato alla stabilità dell’eurozona”.

Il problema dell’Italia è la bassa crescita economica, ma questo non è un problema risolvibile in tre mesi e, come minimo, servirebbe un lungo percorso di riforme. L’FT cita le riforme del fisco, del sistema giudiziario, incentivi alle imprese per spostare posti di lavoro nelle regioni più povere; tutte riforme che richiederebbero di entrare nella “carne viva” toccando un settore, quello pubblico, che ha mantenuto intatta la sua forza contrattuale essendo rimasto sostanzialmente immune alla crisi. “Ma c’è un limite a quello che i partner europei possono chiedere a Renzi nei prossimi mesi”. Serve, per l’FT, che i “partner dell’Italia” diano a Renzi la possibilità di sistemare le banche dando un’interpretazione liberale delle regole europee; i “partner” dovrebbero anche concedere a Renzi la possibilità di abbassare le tasse e infine accettare che una “pausa nelle riforme strutturali impopolari sia inevitabile”. Renzi “rimane la migliore speranza dell’Italia per le riforme e per un ritorno a una crescita stabile”. “Fino al referendum gli alleati dell’Italia devono portare pazienza”.

Renzi in pratica rimane ancora e nonostante tutto l’unica carta possibile in questa fase per il quotidiano dei mercati; non dare respiro a Renzi subito, però, porterebbe dritti alla sconfitta al referendum. Una volta passato il referendum Renzi rimarrebbe in sella e potrebbe fare le riforme che servono. Quello che interessa ai mercati, però, è che l’Italia non si trasformi in un elemento di instabilità nel momento sbagliato, ai nostri partner invece interessa che l’Italia righi dritto e smetta di essere un concorrente lasciando spazio agli altri “sistemi Paese”. È presumibile che la sorte degli italiani sia molto in fondo alla lista delle preoccupazioni.

Questa magnanimità nei confronti dell’Italia che viene invocata è, in sostanza, molto interessata; le minime capacità di ricatto che le circostanze ci regalano sono l’unica flessibilità vera rimasta. Per Renzi, per esempio, questa “capacità di ricatto” data dalla Brexit e da un’Europa in subbuglio è una manna alla vigilia di un referendum che nelle circostanze attuali sembra perso; come questa flessibilità verrà usata e per ottenere cosa è l’unica cosa che invece interessa agli italiani.