Eccoci con un film apparentemente leggero, al tempo stesso anche drammatico, ironico con trovate che mi hanno fatto sorridere: Il migliore dei mondi (2023) con attore protagonista Maccio Capatonda che firma anche soggetto (con Danilo Carlani) e regia (con Danilo Carlani e Alessio Dogana). Secondo me, Maccio è un fenomeno.
Ennio Storto gestisce un negozio di elettronica e vive la quotidianità nel suo mondo tecnologico: l’assistente vocale Alexa, app per incontri, internet, social, ecc. Tutto questo cadenza la sua vita. Ha un fratello con rigurgiti da extraparlamentare di sinistra, ora piccolo spacciatore, che lavora con lui. È questo il suo unico rapporto e la sua vita è di fatto virtuale.
In negozio arriva una ragazza, Viola, con un vecchio modem 56 k da riparare e incontrandola il battito cardiaco sale a dismisura, il suo smartwatch non mente. Per agganciare la bella prova ad aggiustarlo: scossa violenta e si ritrova catapultato in un mondo parallelo che sembra fermo agli anni ’90: il Millennium bug del 2000 ha azzerato quasi completamente la tecnologia. La gente legge i giornali, ci sono le cabine telefoniche a gettoni, i sensori di parcheggio della sua auto non esistono, esistono solo le cartine stradali. Toglietevi perciò dalla testa la tecnologia di oggi. Ha in tasca il suo smartphone iPhone 14 pro max che non può funzionare. Vuole ritornare nel suo mondo e cerca di rintracciare la ragazza che vive in una comune alternativa. La conosce, se ne innamora. Viene ricercato dalla polizia perché è un reato utilizzare una nuova tecnologia progredita, punito con pena di morte.
Viola lo salva, ma rimane ferita a morte. Lui vuole ritornare nel suo mondo per far sì che lei sia ancora viva. Andrà in Puglia a Copertino (Cupertino per ciò che accadrà) dove è imboscato Stefano Lavori (Steve Jobs) che lo aiuterà a tornare nel 2023. Cercherà poi Viola invitandola a pranzo.
Nel film manca l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale, è stato girato prima del boom di AI, ma ciò non toglie l’originalità del film. È una commedia in cui l’esasperazione della tecnologia è accentuata, ma a ben guardare è la raffigurazione odierna dello stile di vita mondiale. Ennio Storto ha rapporti sessuali occasionali con donne conosciute su un’app, guarda siti porno come sfogo fisico. Non scandalizzatevi e non cazziatemi, son poche scene, ritraggono quello che accade nella realtà e le ha inserite apposta. Pochi giorni or sono sui giornali si è saputo di una ragazzina minorenne che inviava sue foto sconce per raggranellare euri. Il mondo sta ormai girando così. Non mi inoltro nella retorica del complottismo, di un occhio che ci segue costantemente. Due anni fa per accedere a un grosso convegno si doveva scaricare un app e trovai all’ingresso una persona di mezza età incazzata per questo, le chiesi: Il bancomat ce l’hai? E l’email? Alla risposta affermativa ho detto: Allora è già finita!
Il punto, come scrivevo nella recensione del film Il mondo dietro di te, è che l’uomo deve essere presente e deve essere educato a utilizzare i mezzi tecnologici per un bene. Il potere opprimente c’è sempre stato, non gestiva TikTok, Google e i droni, utilizzava i chiodi e le croci.
Forse sono stato troppo semplicista, ma non è questo il luogo per discernere, dal film di Maccio emergono spunti da considerare. Qualche buco nella narrazione c’è, ma l’idea e quello che solleva è buona. Il desiderio di Ennio Storto quando conosce Viola diventa innamoramento e lo cambia, lo muove.
E poi mi direte: Lo si vede in streaming sulla piattaforma di Prime Video, Maccio ci fa la morale e poi fa i schei…
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