Il ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer a Washington ha visitato la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato per discutere della guerra in Israele e della possibilità di passare eventualmente a un’operazione a bassa intensità a Gaza: a spiegarlo, ad Axios, sono stati due funzionari israeliani e statunitensi. Dermer, il più stretto confidente del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, si è recato negli Usa in un clima di crescenti tensioni tra l’amministrazione Biden e il governo israeliano su quando dovrebbe finire la fase ad alta intensità della guerra e cosa accadrà a Gaza.
Un alto funzionario statunitense ha affermato che la principale questione di discussione tra l’amministrazione Biden e il governo Netanyahu riguarda “come concludere le cose e in quali tempistiche”. Dermer ha incontrato il funzionario della Casa Bianca Jake Sullivan, il segretario di Stato Tony Blinken e membri del Congresso, per discutere dei piani di Israele per la fase a bassa intensità della guerra, che i funzionari israeliani prevedono di iniziare entro la fine di gennaio. Nelle discussioni anche gli affari civili a Gaza nella lunga fase di transizione futura, ha spiegato il funzionario israeliano.
Dermer alla Casa Bianca per parlare anche del post guerra
Dermer, come aveva spiegato alla vigilia il funzionario israeliano, avrebbe dovuto parlare anche del pensiero di Netanyahu riguardo a ciò che accadrà a Gaza una volta finita la guerra, compreso chi governerà l’enclave a lungo termine. L’amministrazione Biden vorrebbe che l’Autorità Palestinese avesse un ruolo nel governo di Gaza post-Hamas: Netanyahu ha precedentemente rifiutato questa idea, ma nelle ultime settimane Dermer e altri funzionari israeliani hanno iniziato a parlare alle loro controparti statunitensi di ciò che hanno chiamato “R.P.A”, l’Autorità Palestinese riformata.
Intanto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha parlato con Blinken la scorsa settimana ed ha espresso preoccupazione per un ritardo nella consegna delle munizioni, come hanno detto funzionari israeliani e statunitensi. Due funzionari statunitensi hanno affermato che non è stata presa alcuna decisione sullo stop delle consegne di munizioni a Israele. “È una questione puramente burocratica”, hanno spiegato. Secondo il Ministero della Sanità, nella Gaza gestita da Hamas più di 20.600 palestinesi sono stati uccisi negli oltre due mesi di combattimenti. Crescono inoltre le tensioni sul confine settentrionale di Israele dopo che un attacco aereo ha ucciso lunedì un alto generale iraniano in Siria.