Il mio nome è Nessuno, vista la popolarità che grazie a Sergio Leone, riscuoteva il genere western ha ottenuto un grande successo di pubblico, risultando il quinto miglior incasso del 1973. Il nome di Sam Peckinpah che viene fatto da Terence Hill, è inciso sulla lapide di un cimitero. Tale omaggio non è affatto casuale, tutt’altro, è un modo escogitato da Sergio Leone, per vendicarsi del regista statunitense che si rifiutò di dirigere il suo progetto sulla rivoluzione Messicana. Il film fu diretto da Leone stesso e fu un capolavoro, infatti si tratta di Giù la testa. La citazione, pertanto, è un modo ironico e grottesco di Sergio Leone per vendicarsi dei modi bruschi del regista statunitense. La miniera che appare attraverso la vetrata è quella della città fantasma Californiana, Bodie. Durante la scena della finta morte del vecchio Jack viene evidenziata l’età del pistolero, cioè 51 anni. In realtà la vera età di Henry Fonda durante le riprese era di 68 anni.



Le curiosità sul film “Il mio nome è nessuno”

Il mio nome è nessuno di genere western del 1973 va in onda alle 15 su Rai 3 di oggi 24 luglio. Il film è diretto da Tonino Valeri e nel cast annovera attori del calibro di Terence Hill ed Henry Fonda come protagonisti principali. La pellicola è l’ideale prosecuzione dei tanti Trinità, sempre interpretati da Terence Hill. La produzione del film è di Sergio Leone, mentre la colonna sonora è affidata al Maestro Ennio Morricone. La storiella del pulcino salvato da un coyote viene ripresa anche durante il film Assassins da Sylvester Stallone. Per quanto la pellicola si rifà ai grandi film di Leone quali, Per un dollaro in più, Il Buono, il brutto, il cattivo, il regista Tonino Valeri, ha ammesso, durante un’intervista che tutte le scene sono state girate da lui.



Il mio nome è nessuno, la trama

La vicenda de Il mio nome è nessuno è ambientata alla fine dell’800 quando, è ormai tramontata l’era del Selvaggio West. Nessuno, un giovane vagabondo che si fa chiamare così per via del suo fare scanzonato, incontra casualmente il suo idolo d’infanzia Jack, un vecchio ormai stanco ex cacciatore di taglie, il cui desiderio è quello di ritirarsi ad una vita più tranquilla in Europa. Il ragazzo, invece, desidera che il vecchio da lui tanto ammirato, termini la sua carriera in maniera memorabile e lo convince a imbattersi con lui in un’ impresa, cioè quella di sconfiggere il Mucchio Selvaggio, i leggendari 150 cavalieri, che in realtà hanno tutte le sembianze di una visione. Nessuno organizza lo scontro tra Jack e i cavalieri in maniera perfetta e di conseguenza anche l’uscita di scena degna di un eroe. La sua finta morte, perché nessuno ha la convinzione che un mito degno di questo nome, per essere ricordato, deve necessariamente morire.



Dopo il duello avvenuto a New Orleans, Jack finge di morire e lascia a Nessuno la sua eredità di giustiziere fatta di nemici accumulati durante la vita. Parafrasando il nome di chi l’ha sconfitto nel finto duello, sulla sua lapide viene scritto: Nessuno è stato più veloce di lui, lasciando tutti nel dubbio di chi fosse veramente il migliore. Jack è finalmente libero di partire e dalla cabina della nave diretta in Europa, scrive una lettera intrisa di malinconia al suo giovane ammiratore dove si evince la sua consapevolezza rispetto a quello che è diventato il West e di quanto sia necessaria una nuova moralità che caratterizzi i nuovi tempi.