La diga Mose di Venezia in questi anni è stata più volte al centro della cronaca per le più disparate ragioni. Tra le tante critiche, c’è chi l’ha accusato di causare un impatto ambientale enorme, deteriorando l’habitat naturale della laguna, minacciando specie e animali, creando perturbazioni dannose, funzionando male e solo in rari casi e, complessivamente, di essere un’opera completamente inutile per il suo scopo di salvare la città dalle acque alte che tanti danni hanno causato negli anni. Eppure, appena ieri la Corte dei Conti si è espressa sull’ennesima bufera giudiziaria contro il Mose, sostenendo l’esatto contrario, ovvero che ha salvato Venezia, in più occasioni, come nessun altro intervento avrebbe fatto.



Il Mose di Venezia “assolto” dalla Corte dei Conti

Il Mose di Venezia è stato progettato per la prima volta nel 2003, facendo da subito scattare le violente ed accese critiche degli ambientalisti di tutta Italia, Verdi inclusi. L’ira ha travolto tutto, dai politici ai tecnici incaricati del progetto, passando anche dai funzionari pubblici e dai magistrati, con ben 9 ricorsi in tribunale ed una procedura di effrazione da parte dell’Unione Europea che pendono, attualmente, sulle spalle della diga. L’idea alla base delle critiche era chiara, “non possiamo permetterci un inutile rottame nella laguna”.

Eppure, a favore del Mose di Venezia lo scorso novembre si è espressa la stessa natura, quando la sua entrata in funzione ha evitato, di fatto, l’allagamento di Piazza San Marco e dell’intera città, salvando probabilmente la vita a qualcuno. Nel 2019, infatti, in un’occasione simile, era morta una persona a causa dell’assenza della diga, ed erano stati causati milioni di danni alla città. A poco era servito quel “salvataggio” della laguna, perché subito gli ambientalisti avevano ripreso a lamentarsi. Ieri, però, è intervenuta la Corte dei Conti, smentendo definitivamente le critiche contro il Mose di Venezia. “Le difficoltà tecniche, economiche, di impatto ambientale e giudiziarie legate alla realizzazione”, hanno scritto in una sentenza, “nel corso degli anni, non hanno comunque impedito il suo funzionamento e, sebbene in operatività provvisoria, ha protetto più volte la città lagunare dall’acqua alta”.

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