La Jihad islamica palestinese ha un unico obiettivo: smantellare lo Stato ebraico. Così, senza filtri, Ihsan Ataya (responsabile del gruppo armato in Libano) ai microfoni di Repubblica. Dopo non aver escluso un allargamento del conflitto in Libano, il 59enne ha spiegato che la sua organizzazione è alleata di Hezbollah: “Facciamo operazioni per entrare nei territori occupati, come qualche giorno fa, ma non combattiamo nel Sud Libano, rispettiamo la loro sovranità”. La politica la si lascia ad Hamas, ha proseguito il rappresentante della Jihad islamica in Libano: “Il nostro obiettivo è che Israele, che nel 1948 ha rubato la nostra terra, compie massacri e non rispetta le leggi internazionali, venga smantellato come Stato. Non abbiamo problemi con gli ebrei, vogliamo uno Stato palestinese e gli ebrei possono viverci, se vogliono”.



“Il nostro obiettivo è smantellare lo Stato ebraico”

Dopo aver negato un coinvolgimento della Jihad nel bombardamento dell’ospedale di Gaza, il rappresentante della Jihad islamica in Libano ha precisato che l’attacco contro Israele è stato pianificato e portato avanti solo da Hamas: “Quando è stato chiaro che il piano era andare nelle basi israeliane e  catturare i soldati e che era più facile di quanto pensassero, siamo entrati in gioco anche noi per catturare i soldati e liberare i nostri prigionieri, e quanta più terra possibile”. Jip detiene più di 30 ostaggi, ha aggiunto Ataya, e ci sarà disponibilità a rilasciarli quando ci sarà un cessate il fuoco, lo stop ai combattimenti e alle bombe sui civili. “La guerra è per liberare la nostra terra, non sono le crociate. La nostra religione non accetta che i civili vengano uccisi”, ha proseguito: “Molti civili da Gaza che hanno perso figli, padri, famiglie intere, sono entrati nei territori occupati con le forze della resistenza. Forse qualcuno ha commesso omicidi. Non era compito di Hamas controllarli”.

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