Nucleare, è guerra tra Francia e Germania per la politica che dovrebbe coinvolgere tutti i paesi Eu riguardante lo sviluppo comune di programmi per l’energia rinnovabile. Da Parigi le richieste sono di più finanziamenti al settore, con aumento delle centrali e nuovi sistemi di reattori. Ma da Berlino il fronte contrario si oppone, il ministro dell’energia ha dichiarato che per la decarbonizzazione servono alternative, e nel frattempo annuncia che lo spegnimento dei reattori delle centrali, dismesse ufficialmente a fine aprile, ha rappresentato una svolta storica per la transizione energetica.
Ora quindi la battaglia si sposta sul piano politico, il testo portato in Commissione dalla Francia rischia di non essere approvato. Il quotidiano Le Monde, ha parlato di una netta divisione che si starebbe creando tra clan “pro atom” e quelli contro, sottolineando anche che un mancato accordo sul nucleare potrebbe comportare una spesa enorme per i cittadini, che dovrebbero pagare molto di più per l’acquisto di energia da fonti rinnovabili non atomiche, soprattutto dopo la chiusura dei rubinetti del gas russo.
Nucleare, Europa tra pro e contro, ma in futuro chi si oppone pagherà di più
Il processo di decarbonizzazione in Europa, voluto dalla Commissione Ue in accordo con la maggioranza degli stati membri, doveva essere anche basato sull’aumento dei finanziamenti per implementare le tecnologie sul nucleare. In base al testo presentato dal ministro francese, erano previsti fondi per la costruzione di nuove centrali. Ora però rischia di saltare tutto, soprattutto a causa di una netta posizione in controtendenza della Germania, che dopo la chiusura degli impanti nazionali, si oppone anche ad una nuclearizzazione dell’Europa.
Sul piano diplomatico c’è già tensione anche perchè alle posizioni del ministro di Berlino si sono accodati Austria e Lussemburgo. Il vantaggio per il futuro se non venisse approvato il documento, secondo i politici di Parigi, andrebbe comunque alla Francia. Perchè, se l’UE approva l’inserimento del nucleare nelle fonti ecologiche, sarebbe comunque esentata dal produrre almeno il 45% di energia da solare o eolico. Il che invece farebbe pagare un prezzo molto più alto a quei paesi che manterranno la linea della contrarietà.