L’economista e politologo Edward Luttwak ha pubblicato sulle pagine del Giornale una riflessione sul conflitto tra Israele e Hamas fine a smentire tutte le mistificazioni fatte negli ultimi mesi sugli allarmi che il governo israeliano e gli 007 avrebbero ignorato. In particolare, l’oggetto della riflessione è un’analisi recentemente pubblicata dal New York Times che riconosce nel governo israeliano un certo supporto ai terroristi, ragione per cui il 7 ottobre è stato colto di sorpresa.
Tesi che, secondo Luttwak, nasconde il doppio fine di scovare notizie nuove e screditare l’operato di Israele, ignorando però le reali ragioni per cui il 7 ottobre Hamas è riuscito a compiere il suo attacco. L’assunto reale, infatti, secondo il critico, è che l’esercito israeliano funziona in modo unico rispetto a quelli del resto del mondo, simile solamente al modello svizzero e finlandese, e non si basa su una forza stabile, ma sui cosiddetti riservisti. Infatti, spiega Luttwak, in Israele tutti i cittadini, uomini o donne, vengono arruolati per tre o due anni, e poi possono decidere se rimanere in forza all’esercito, oppure “licenziarsi”. Nel primo caso, però, non vengono impiegati costantemente, ma tornano alla loro vita, pronti ad attivarsi a fronte di una chiamata alle armi, come nel caso dell’attacco del 7 ottobre.
Luttwak: “Israele non ha ignorato gli allarmi degli 007”
Ne consegue, dunque, spiega Luttwak, che l’esercito di Israele, pur contando su 635mila soldati a fronte di 9 milioni di cittadini (uno ogni quattordici), non ha un gran numero di forze armate costantemente attive. L’altra faccia della medaglia, però, è che gli stessi militari, con i loro lavori possono sostenere le famiglie e contribuire al Pil, senza pesare sulle tasche statali che dovrebbero riconoscergli uno stipendio (come avviene, per esempio, in Italia).
Ma l’aspetto negativo dell’esercito di Israele così organizzato, evidenzia Luttwak, è che per mobilitare le sue forze il governo ha bisogno di tempo, che può andare da pochi giorni ad alcuni mesi, ma sicuramente non in pochi minuti. Appare, dunque, evidente che la ragione per cui il governo e l’esercito israeliano si siano fatti trovare impreparati il 7 ottobre è legata proprio alla difficoltà di richiamare le forze in servizio. L’allarme e i piani che, invece, Israele avrebbe ignorato sull’attacco del 7 ottobre sono da ascriversi al fatto che non è la prima volta che documenti simili circolano. In pochi casi, tuttavia, si sono concretizzati in attacchi, specialmente così ampi come quello recente, e schierare l’esercito ogni volta causerebbe enormi danni sia agli stessi cittadini, che al governo, che schiererebbe (e stipendierebbe) inutilmente il suo esercito.