Con un lungo fondo su “Repubblica” Miguel Gotor prova a ricostruire i tratti “nascosti” di Papa Francesco che lo porterebbero ad avere così tanti nemici sia dentro che fuori la Chiesa: si potrebbero però tutti riassumere in un unico “assunto”, ovvero l’appartenenza di Jorge Mario Bergoglio alla Compagnia di Gesù. «L’astio dei “nemici” del Papa poggia sulla solidissima tradizione anti-gesuitica ben consapevole di quanto l’appartenenza di Papa Bergoglio alla Compagnia di Gesù sia solidissima», spiega il saggista e politico italiano introducendo l’analisi sui tratti principali da “gesuita” del Santo Padre. In primis, la sua provenienza geografica lo rende particolarmente in contrasto con il mondo Occidentale capitalista: durante gli anni della dittatura di Videla, l’allora vescovo Bergoglio fu “costretto” a tenere unita la Compagnia di Gesù all’epoca spaccata tra sostenitori della dittatura e chi invece aiutava gli oppositori nella lotta armata. «La vita della Chiesa si fonda sull’incessante ricerca di un’unità degli opposti», spiega Gotor e proprio questo sarebbe uno dei tratti che più rende il Papa “distante” dalle diverse e opposte fazioni. In secondo luogo, Francesco è affabile ma estremamente diretto: anche qui il “tratto” gesuitico si fa sentire «non vuole essere ricordato come un teologo ma come un pastore che sostiene la condizione di smarrimento dell’uomo, perciò parla semplice secondo la tradizione gesuitica».



IL PAPA GESUITA CHE NON PIACE A MOLTI

Il terzo aspetto di “antipatia” che Papa Francesco instillerebbe nei suoi avversari dentro e fuori la Chiesa riguarda quella instancabile predisposizione al dialogo: secondo il dem Gotor, questa è una vera identità del gesuita, missionaria e in grado di testimonianze la verità solo come “frutto” del confronto e non come assunto iniziale. Da ultimo, secondo l’editoriale di Repubblica, l’impronta di Sant’Ignazio sulla necessità di essere “militanti di Cristo” renderebbe il Papa ancora più “difficile” da cogliere per alcuni: «Papa Bergoglio è un grande destabilizzatole di ortodossie precostituite. La sua Chiesa è una trincea […] che si trova sempre sul limite». È un vero e proprio “militante del limite”, così lo definisce Gotor, un militante che «trasforma i confini in frontiere e in luoghi di scambio come è avvenuto nel 2019 con la dichiarazione di Abu Dhabi firmata insieme al Grande Imam al-Tayyib in cui entrambi hanno dichiarato di “adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta e la conoscenza reciproca come metodo e criterio”». Secondo Gotor il Papa sta cercando di fare quello che per secoli hanno fatto i gesuiti: quando la Chiesa si riteneva essersi spostata verso “destra” intervenivano i gesuiti per “ricentrare” il messaggio cristiano dando nuova “libertà di manovra” e forma politica “duttile” al cattolicesimo (non ha mai nascosto il Santo Padre di essere simpatizzante del comunismo, ndr). Per Gotor «è così che il Papa dà fastidio a tanti e il suo punto di vista pastorale, misericordioso e missionaria deve interessare credenti e non tra le piaghe tormentate della storia».

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