Papa Francesco, uno di noi. No, non lo dicono i papa boys (ma esistono ancora?), lo dicono i pochi, pochissimi frequentatori ancora rimasti dei negozi di dischi. I quali, anche loro, non esistono quasi più. Ormai la musica è “liquida”, scorre per le vene di Internet, come quel disgustoso liquido nero che scorreva negli esseri umani attaccati a flebo mostruose per nutrire le macchine di Matrix. Nei pochi negozi di dischi, che comunque, si possono comodamente comprare anche quelli online, si recano over 50, dei quasi ottuagenari.



E Papa Francesco gli 80 anni li ha superati, quindi vederlo uscire da uno dei pochi negozi di dischi rimasti a Roma, non è sembrato qualcosa di tanto strano. Vabbè, a parte la veste che solo lui può permettersi. Fuori, sempre come uno di noi, non una Ferrari ma una semplice Fiat 500. Stringe tra le mani un vinile e oggi sui social tutti a chiedersi cosa aveva comprato, facendo le nomination più improbabili, citando metallari satinasti, “Papa Don’t Preach” ovviamente di Madonna e compagnia. Tranquilli, pare che fosse un disco di musica classica, al Papa paicicono Beethovene  Mozart ma anche il tango, che poi Bergoglio non era andato a fare spese, ma a benedire il negozio, che appartiene a suoi amici da cui si recava spesso, quelle volte sì a fare acquisti, quando come arcivescovo di Buenos Aires si trovava in visita a Roma. E’ andato a benedire il negozio perché era stato appena ristrutturato.



Ora, magari qualcuno ci vede adesso un gesto in supporto di una attività che come detto sta scomparendo: i negozi di dischi hanno cominciato a chiudere prima che cominciasse la pandemia, visto che il mercato è in crisi devastante da decenni. Ma visto che ogni anno si celebra il cosiddetto “Record Day”, una giornata mondiale in sostegno di questi negozi dove rarissimi vinili vengono messi in vendita o se ne stampano di appositi per l’occasione, stai a vedere che questo gesto del Papa porterà più sostegno alla vendita del vinile di cento Record Day. Leggendo sui social, la gente è entusiasta di quanto è accaduto.



Vedere che il Papa, il Vicario di Cristo, ignori Spotify e se ne vada a comprare vinili in uno degli ultimi negozi rimasti in circolazione appare, di questi tempi tristi, quantomeno consolatorio, se non addirittura vivificante.  Sarà un caso che parlando di coloro che amano ascoltare la musica con tutti i crismi, dando il giusto peso alla qualità e anche alla forma, che la bellezza di un vinile già l’aveva compromessa quella patetica scatolina quadrata che è il cd dove per leggere i nomi dei musicisti non basta la lente di ingrandimento, giusto il Papa e Dio sanno che differenza c’è tra l’analogico e il digitale? Come dice Michele Molina, “il cristianesimo è in piedi da oltre duemila anni, non scommetterei che lo streaming possa ambire a tanto”.