Siamo in un’epoca in cui basta una foto per generare una mezza rivolta social su temi e polemiche tra le più disparate e “lontane” dall’intento iniziale della fotografia: o meglio, la foto dice una cosa e il suo fotografo ne “aggiunge” una in più rendendo la vicenda di un prete e di un cane assorto durante la Santa Messa ben più ingigantita di quanto fosse. I “fatti” sono semplici: da mesi don Giuseppe Rizzo, parroco della chiesa patronale di San Folco Pellegrino a Santopadre – provincia di Frosinone – accoglie nella sua chiesa un cane color crema, randagio, che assiste per tutto il tempo della celebrazione il suo nuovo “proprietario”. Come racconta Tg Com24, la prima apparizione del cane silenzioso è avvenuta mesi fa durante la festa del Santo Patrono: la bestiola, impaurita da fuochi d’artificio, si è infilata in chiesa e da quel giorno il sacerdote lo accoglie sull’altare quasi fosse un “chierichetto” che serve la Santa Messa.



IL PARROCO, IL CANE E I SOCIAL SCATENATI

La foto viene rilanciata da un internata-fotografo, Rocco Di Nota, che su Facebook esprime tutta la sua “lettura” dei fatti: «Ogni domenica va ad ascoltare la messa … Guardando questa foto mi faccio tante domande…. Credo davvero che gli animali non sono loro… Approfitto per esprimere la grande stima e ammirazione che provo per il parroco di questo paese che permette a questo cucciolo di far parte della funzione religiosa … Grande !!!!». Da qui si apre un finimondo sui social tra chi accoglie la foto come l’esempio che “gli animali sono meglio delle persone” (e altri “illuminanti” luoghi comuni del genere) e chi invece attacca quel sacerdote perché pensa agli animali e magari trascura il decoro della celebrazione e la centralità delle persone. In mezzo una semplice foto con il termine “chierichetto” che evidentemente va accolto con ragione, non come pedissequa ottusità come alcuni invece stanno dimostrando sui benedetti-maledetti social network: «siamo molto contenti che stia nella chiesa insieme a noi. Abbiamo un parroco straordinario che, ancora una volta, ha dimostrato di avere un grandissimo cuore accettando un animale all’interno della chiesa. È un gesto che abbiamo apprezzato veramente tanto, chi ama gli animali non può che avere un cuore immenso», raccontano i parrocchiani di Don Rizzo a Il Giornale. I social si scatenano eppure, va tenuto ben chiaro, la fede è qualcosa di ben oltre del pur lodevole gesto di accogliere un cane randagio. Animali creature del Signore, ma attenzione a non far sfociare la fede cristiana in un bieco pietismo-animalismo assai ben poco produttivo: «La pietà non va confusa neppure con la compassione che proviamo per gli animali che vivono con noi; accade, infatti, che a volte si provi questo sentimento verso gli animali, e si rimanga indifferenti davanti alle sofferenze dei fratelli. Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti, ai cani, e poi lasciano senza aiutare il vicino, la vicina che ha bisogno… Così non va», ripeté – non senza critiche proprio dagli animalisti – Papa Francesco nell’udienza giubilare del 14 maggio 2016.

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