Il Bierpartei, il partito della birra austriaco, sta puntando al parlamento. Come sottolinea il Corriere della Sera quella che sembrava una boutade sta diventando una cosa seria. Il suo leader, Dominik Wlazny, è arrivato terzo alle presidenziali dell’ottobre di due anni fa ottenendo l’8,31 per cento con quasi 337mila voti, ed ora è pronto a ricandidarsi e questa volta per entrare nella stanza del potere.



«Ho fondato il partito nel 2015 come un progetto satirico e l’ho condotto come tale per anni fino al voto del 2020 a Vienna, quando abbiamo ottenuto 11 seggi» ha raccontato lo stesso Wlazny parlando con il quotidiano di via Solferino. «Da quel momento – ha aggiunto – mi sono concentrato meno sulla satira e più sulle pari opportunità, l’equità, il contrasto alla povertà infantile, la promozione di cultura e trasparenza. Ma penso ancora che le fontane di birra siano una bella cosa».



IL PARTITO DELLA BIRRA FA SUL SERIO IN AUSTRIA: IL SUCCESSO INATTESO DEL 2022

Wlazny non è affatto l’ultimo degli “scappati di casa”, visto che il 37enne si è laureato in medicina e nel 2022, quando aveva l’età minima, si è candidato a capo di stato e in quel di Vienna il partito della birra ha superato l’ultradestra dell’Fpo, arrivando quindi secondo solamente dietro ad Alexander Van der Bellen, l’attuale presidente in carica del partito dei Verdi.

«È stata una buona esperienza per le campagne successive — racconta ancora il leader —, anche se all’epoca era una decisione personale, oggi si tratta di costruire un partito intero». In questi ultimi mesi Wlazny sta girando l’Austria per reclutare “adpeti” e gli incontri con i possibili simpatizzanti non possono che chiamarsi “feste della birra”. A fine 2023, sottolinea il Corriere, le tessere per il Bierpartei erano 1.300 e l’obiettivo è di arrivare a 20mila entro la fine del 2024. Alle Europee di giugno il partito non parteciperà «perché semplicemente non abbiamo abbastanza risorse», ma si presenterà sicuramente in autunno per le generali.



IL PARTITO DELLA BIRRA FA SUL SERIO IN AUSTRIA: “NESSUNO È UN POLITICO DI PROFESSIONE”

Oggi i sondaggi lo danno al 6 per cento di media contro lo 0,1 per cento del 2019, un dato che supera quindi la soglia di sbarramento per entrare al Nationalrat, la Camera austriaca. «Nessuno di noi è un politico di professione — dice Wlazny —. Ci siamo affermati in professioni civili dove abbiamo fatto parecchia esperienza, con la quale vorremmo contribuire. Penso che spesso ciò che manca in Parlamento siano proprio persone con esperienza professionale e pratica».

Wlazny sottolinea come il suo partito sia «naturalmente europeista», conscio che fuori dall’Unione Europea non vi sia vita, soprattutto a livello economico. «La lotta alla crisi climatica dev’essere il nostro focus principale – aggiunge – riguarda il futuro dei nostri figli e nipoti, eppure si sta facendo troppo poco a livello politico», così come quello della casa «Non dovrebbe essere un lusso, invece spesso lo è». Chissà come andrà.