Si intitola “Il Piccolo Lorys” lo speciale di Tv8 per la nuova puntata di “Delitti”, in onda alle 21.30 di oggi, lunedì 11 maggio 2020, su Tv8. Nel corso della serata saranno ripercorse le tappe principali di quelle ore drammatiche, che noi vi aiutiamo a rivivere in anteprima: occorre riavvolgere il nastro temporale sino all’autunno del 2014, più precisamente fino al mese di novembre, quando la notizia della scomparsa del giovane Loris Stival rimbalzò su tutti i principali media e telegiornali del nostro Paese. Il bambino, 8 anni, abitava a Santa Croce Camerina, paesino situato in provincia di Ragusa, e il suo corpo venne ritrovato soltanto nelle ore successive in un’area di campagna non troppo distante dalla sua casa. Si trovava all’interno di un canale di cemento armato per lo scolo delle acque e le successive indagini autoptiche eseguite accertarono la morte del ragazzino per strangolamento. Gli inquirenti pensarono inizialmente alla possibilità che il piccolo fosse rimasto vittima delle violenze di un orco, fino a scoprire che la colpevole, condannata a 30 anni di carcere, era la mamma del bambino, Veronica Panarello.
“IL PICCOLO LORYS”: MADRE IN CARCERE
I giudici, al termine di una lunga attività processuale, hanno ritenuto la madre di Loris Stival responsabile della sua morte, anche a causa delle continue variazioni effettuate dalla stessa alla propria versione dei fatti. Inizialmente, la donna disse di averlo accompagnato a scuola, ma poi un capriccio del bambino avrebbe scatenato la sua reazione. Nel 2015 fornì invece una nuova versione: mentre lei era occupata a lavare i panni in bagno, il figlio, giocando con le fascette, se le sarebbe strette al collo, uccidendosi. E ancora: nel 2016 affermò che Loris era stato ucciso dal nonno paterno perché al corrente della loro relazione. Secondo quanto scritto dalla Cassazione, “la condotta posta in essere dall’imputata subito dopo l’omicidio del figlio risulta lucidamente finalizzata al depistaggio delle indagini che sarebbero inevitabilmente seguite una volta scoperta la morte del bambino, con la immediata risoluzione di disfarsi del cadavere del figlio buttandolo in un canale in una contrada periferica, con la simulazione di una violenza sessuale ai danni del piccolo, con il disfacimento degli oggetti adoperati per commettere il delitto o comunque a esso riconducibili”.