Il 5 febbraio, il Teatro San Carlo di Napoli ha aperto la stagione 2021 con un’opera di Vincenzo Bellini raramente rappresentata: Il Pirata. Le produzioni di quest’opera sono poche e lontane tra loro a causa delle difficoltà vocali di una partitura fatta su misura per gli straordinari cantanti del suo debutto; è difficile trovare un tenore e soprattutto un soprano in grado di far fronte all’impervia vocalità dei due protagonisti.



Il Pirata è la prima opera belliniana per il Teatro alla Scala di Milano. Qui, ebbe il suo debutto nel 1827 con un enorme successo. Negli anni seguenti, l’opera fu applaudita a Napoli, Parigi e Londra grazie a grandi cantanti come Giovanni Battista Rubini, Hénriette Méric-Lalande, Wilhelmine Schröder-Devrient e simili. Anche se la trama assomiglia a quella dei melodrammi di Donizetti e di Verdi – una storia d’amore tra il tenore e il soprano fortemente contrastata dal baritono – Il Pirata scomparve dai cartelloni intorno al 1850. La sua rinascita fu nel 1935 a Roma per celebrare il centenario della morte di Bellini, ma allora ricevette poca attenzione. Nel 1958, una produzione congiunta del Teatro Massimo di Palermo e della Scala di Milano fu un grande successo, anche se fu tutt’altro che un’edizione filologica: Franco Corelli e Maria Callas furono i protagonisti. La rinascita filologica fu a Firenze nel 1967 con Flaviano Labò e Monterrat Caballé nei ruoli principali. Nel 2018 la Scala la propose con Sonya Yoncheva e la nuova star del bel canto Piero Pretti. Ricordo una buona produzione al Teatro Pergolesi di Jesi nel 1984 con Rockwell Blake e Maria Dragoni.



Questa breve storia delle messe in scena è utile per sottolineare che Il Pirata è un’opera per voci. La vicenda si svolge in un’improbabile Sicilia trecentesca dove un duca (Ernesto) costringe una giovane donna (Imogene) a diventare sua moglie anche se è innamorata di un altro nobile (Gualtiero). Gualtiero diventa un pirata, ma una tempesta porta lui e i suoi amici a terra proprio vicino al castello del Duca. Imogene e Gualtiero si vedono e tornano ad essere innamorati, ma Ernesto condanna a morte il suo rivale mentre Imogene perde ogni senso della realtà in una scena di follia avvincente alla fine dell’opera.



La produzione San Carlo è una versione da concerto. Può essere vista e ascoltata per tutto il mese di febbraio al prezzo di € 4,90. Prenotarla, anche simbolicamente, è un buon modo per valutare quanti si connettono alla produzione. L’Orchestra del Teatro San Carlo è diretta da Antonino Fogliani e il coro è guidato da Gea Garatti Ansini. L’orchestra è per lo più a sostegno delle voci, ma il coro ha alcuni numeri importanti, specialmente nel secondo atto. Imogene è cantata dal soprano americano Sondra Radvanovsky, Gualtiero è il tenore spagnolo di coloratura Celso Albelo ed Ernesto è il baritono italiano Luca Salsi.

Sondra Radvanovsky non è spesso in scena in Italia. Questa produzione de Il Pirata è il suo debutto al San Carlo. Sono rimasto molto colpito da lei nel gennaio 2008 quando alla Scala è stata Roxane nel Cyrano di Franco Alfano con Plácido Domingo nel ruolo del protagonista; il quadro finale era davvero commovente. Nei sedici anni successivi, la sua voce non ha perso nemmeno un pò della sua bellezza. Come Wilhelmine Schröder-Devrient nel 1830, Sondra Radvanovsky gestisce perfettamente i ruoli wagneriani e di bel canto – un’abilità molto rara. È affascinante per la sua profondità e agilità. L’ho sentito dalla sua lunga e difficile cavatina ‘Lo sognai ferito, esangue’ che Bellini ha accorciato dopo il debutto in quanto lui stesso ha riconosciuto che anche allora era troppo impervia per diversi soprani. Il suo duetto con il tenore (‘Tu sciagurato, ah fuggi’) è allo stesso tempo affascinante e una gara di vocalità tra i due protagonisti, dove Sondra Radvanovsky ha vinto su Celso Albelo raggiungendo un registro molto alto. Il suo apice è, ovviamente, la scena finale con la drammatica cabaletta ‘O il sol ti vela’

Questa testata ha recensito Celso Albelo diverse volte negli ultimi quindici anni. È uno dei raffinati tenori di bel canto disponibili sul mercato. A quarantaquattro anni, ha in qualche modo perso lo squillo che aveva nel 2010 quando ho recensito la sua interpretazione a Venezia in L’elisir d’amore di Donizzetti. E’ ottimo nella cavatina ‘Nel furor delle tempeste’ ma, come detto, nel duetto, Sondra Radvanovsky prevale su di lui. Luca Salsi è un baritono a tutto tondo, versatile nei ruoli di Verdi, Giordano, Puccini e Bellini. La cavatina ‘Sì vincemmo e il pregio sento’ è una forte dichiarazione di vittoria sui pirati. Le sue abilità vocali e abilità sono pienamente mostrate nel duetto del secondo atto con Sondra Radvanovsky – ‘Tu m’apristi in cor ferita’ – che diventa un terzetto quando Albelo (nel ruolo di Gualtiero) entra in scena.

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