Il Ppe, il Partito Popolare europeo, primo gruppo politico dell’Eurocamera, ha inviato una lettera a Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, rispolverando il famoso “whatever it takes” che venne utilizzato nel 2012 dall’ex numero uno della Banca Centrale Europea, attuale premier italiano, Mario Draghi. “L’Europa – si legge nella missiva – deve semplicemente fare tutto il necessario (whatever it takes appunto nddr) per porre fine a questa pandemia e alle sue tragiche conseguenze umane, sociali ed economiche”.
Il primo firmatario del testo è il tedesco Manfred Weber, presidente del Ppe, e sono diverse le proposte concrete messe sul tavolo, a cominciare da una maggiore unione dell’Ue per i vaccini anti covid; a riguardo si parla di istituire “un’alleanza farmaceutica europea” dedicata ai vaccini per “aumentare la capacità dei siti di produzione esistenti, di riutilizzare” quelli che “attualmente non fanno parte della catena di produzione e di crearne dei nuovi”. Secondo quanto sostenuto dai Popolari europei, andrebbero anche riscritte le regole a riguardo: “La legislazione che disciplina i processi di produzione – scrivono nella lettera – dovrebbe essere rivista per renderla adatta allo scopo”.
PPE ALL’UE: “ARMONIZZARE REGOLE E REQUISITI NORMATIVI UE”
“Dobbiamo armonizzare le regole e i requisiti normativi in tutta l’Ue – prosegue ancora la missiva di Manfred Weber indirizzata a Michel – ad esempio sugli imballaggi, e a livello internazionale, ad esempio sul controllo di qualità delle materie prime, per migliorare e accelerare la certificazione e la distribuzione” delle dosi di vaccino anti-covid. In conclusione il Partito Popolare Europeo invita l’Ue ad agire meglio: “Il gruppo del Ppe crede fermamente che l’Europa non possa continuare a risolvere solo un problema alla volta: dobbiamo anticipare lo sviluppo del virus e prevenire ciò che possiamo prevedere”, con l’invito all’Unione Europea e agli Stati membri affinché “si adoperino in questo importante sforzo per porre fine alla pandemia”. Molti coloro che hanno puntato il dito contro i vertici Ue in queste settimane, alla luce dei pochi vaccini che sono giunti appunto nei 27 Paesi che ne fanno parte, a differenza di altre nazioni come Gran Bretagna, Israele e Stati Uniti che invece sono riuscite ad assicurarsi molte dosi.