Il lungo e meditato intervento del cardinale Tarcisio Bertone alla tre giorni di Rete Italia a Riccione ha riportato l’attenzione sulla collocazione dei cattolici e lo spazio per la Chiesa nel quadro politico nazionale. Bertone ha parlato pochi giorni dopo l’ultimo clamoroso caso di un cattolico che lascia il Pd (Paola Binetti dopo Rutelli, Carra, Lusetti, Mantini e Dorina Bianchi) e dopo che già Avvenire aveva denunciato l’annullamento degli spazi per i cattolici nel Pd.
Il Segretario di Stato vaticano ha ripetuto gli stessi giudizi, pur evitando di nominare la Binetti e il Pd: ha detto di guardare (da «osservatori internazionali») con interesse «movimenti, trasferimenti, spostamenti, esodi, migrazioni» avvenuti nelle ultime settimane. «C’è nostalgia di un senso di appartenenza a una comunità di operatori politici che abbia libertà d’azione. In certi recinti concreti osservo che questa libertà è impossibile, inesprimibile».
Bertone ha scelto Rete Italia per lanciare questa pesante critica al Pd. Al migliaio di seguaci del governatore lombardo Roberto Formigoni ha addirittura portato la benedizione di Benedetto XVI. Questo il racconto del porporato: «Ho detto al Santo Padre che mi sarei recato qui da voi a Riccione. Lui era già stato informato del vostro raduno dal suo segretario personale. Mi ha incaricato di salutarvi, incoraggiarvi e portarvi la sua benedizione». Dal numero 2 del Vaticano sono arrivati anche apprezzamenti per il governo, Formigoni e Alemanno. Ma non è stata una sviolinata al centrodestra.
Bertone ha ribadito che non esiste un’etica pubblica separata dalla vita privata: la vita è una e deve esprimere la medesima tensione morale. Ha calcato la mano sul tema dell’immigrazione e il binomio accoglienza e legalità. Ha portato come esempio da seguire il Codice di Camaldoli elaborato dai laureati di Azione Cattolica nel 1943, che non è proprio un riferimento immediato per la storia da cui proviene Formigoni.
Ha detto che il nemico non è il centrosinistra ma il machiavellismo e la sua visione strumentale dell’uomo, per cui «governare è ingannare». Ha ricordato che «il bene comune è il vivere retto e la comunione nella rettitudine» citando sant’Agostino: «Una volta che si è rinunciato alla giustizia, che cosa sono gli stati se non una grossa accozzaglia di malfattori?». «Magna latrocinia».
Berlusconi, nella telefonata a Rete Italia, ha sorvolato su questi aspetti per riprendere invece la critica alla sinistra e la progressiva riduzione degli spazi per i cattolici. Ha anche colto l’invito all’impegno di nuove generazioni di cattolici, ma mettendoli in guardia: impegnatevi ma non totalmente, ha detto. La politica è un completamento dell’azione sociale ma non dev’essere totalizzante per non diventare «professionisti» della politica.
La questione centrale rimane comunque lo «spazio di agibilità» per le questioni che stanno a cuore ai cattolici: la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, l’importanza dell’educazione e del sostegno alle scuole paritarie, un’organizzazione statale sussidiaria che non soffochi ma valorizzi il libero muoversi e aggregarsi di settori sociali. Su questo, il centrodestra rimane il campo più aperto.