SFIDUCIA CALIENDO – LA SCELTA DI FINI E “FUTURO E LIBERTA'” – Costretto a perdere due ministri (Brancher e Scajola) e il sottosegretario Cosentino sotto la pressione giustizialista dei magistrati e dei media, Silvio Berlusconi aveva promesso: adesso basta, non si dimette più nessuno, difenderemo tutti a oltranza. Promessa mantenuta con il sottosegretario Giacomo Caliendo, indagato nell’inchiesta sulla presunta P3 per il quale l’opposizione ha presentato una mozione di sfiducia individuale che sarà votata domani. Cosentino con le dimissioni ha evitato quelle forche caudine che potevano mettere nei guai il governo.

Ma tra i casi Cosentino e Caliendo c’è di mezzo la rottura tra Berlusconi e Fini. Nuovo scenario, nuovo Berlusconi: ha preteso che Cosentino si facesse da parte per evitare guai al governo, ora pretende che Caliendo resti al suo posto per stanare il gioco di Fini. Prima voleva evitare il voto in aula, ora lo cerca a tutti i costi.

La mossa dell’opposizione ha infatti offerto al premier una formidabile arma tattica per smascherare le intenzioni del presidente della Camera e scompaginare le neonate schiere di Futuro e Libertà, già divise se seguire la linea dura o la trattativa.

Se Caliendo supererà la prova del voto, la maggioranza sarà di fatto ricompattata e la scissione finiana drasticamente ridimensionata. Come dire: abbiamo scherzato. Se invece la maggioranza non avrà i numeri sufficienti, avrà il pretesto per andare alle elezioni anticipate additando Fini come responsabile di tutto.

 

Non è detto che questa opzione sia la più sgradita al Cavaliere (tanto più che sarebbe garantita la pensione ai parlamentari): potrebbe ridurre ai minimi termini le truppe di Fini e impedire che possano consolidare rapporti con le forze centriste per dare vita a un «terzo polo». Molti piccioni con l’unica fava del voto anticipato.

 

Fini ha promesso lealtà verso il governo e vedremo se sarà di parola. Il presidente della Camera ha ministri e sottosegretari nel governo: difficile che possano voltare le spalle ai colleghi e di conseguenza perdere la «cadrega». Ma in vista del voto di domani su Caliendo, i luogotenenti finiani si stanno muovendo in varie direzioni alla ricerca di strade per evitare l’alternativa secca posta dalla mozione di sfiducia. Le opzioni sul tappeto sarebbero tre: l’astensione, un diverso documento di «censura» ma non di sfiducia a Caliendo, oppure l’abbandono dell’aula.

 

Tutto pur di evitare il «no» secco al componente del governo. Fini comunicherà ai fedelissimi la linea operativa questa sera a cena. Berlusconi è convinto che il governo reggerà.

 

Ma a preoccuparlo è il numero di parlamentari transfughi: non credeva che sarebbero stati costituiti i due gruppi parlamentari alla Camera e al Senato (quest’ultimo ufficializzato ieri) con personaggi «irriconoscenti» che più volte avevano chiesto posti e spazi nel Pdl. Con i due gruppi, cresce il rischio di percorsi parlamentari sempre più accidentati, con agguati e imboscate.

 

Anche se Fini ha meno interesse di Berlusconi a far finire in anticipo la legislatura.